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Monociti: valori normali, alti, bassi

Parleremo la produzione nel nostro corpo di monociti e dei valori normali di una conta moncitaria; quindi delle cause e degli effetti di una anomala conta moncitaria. Al termine dell’articolo spiegheremo cosa fare per aumentare o per diminuire i monociti.

I monociti

I monociti sono il più grande tipo di leucociti (globuli bianchi). Si tratta di cellule che sono coinvolte nella nostra risposta immunitaria contrastando le invasioni di batteri e di corpi estranei.

Circolano nel sangue molti giorni prima di entrare nei tessuti dove diventano dei macrofagi (cellule del sistema immunitario) o cellule dendritiche (cellule specializzate nella cattura di antigeni).

Circa il 2-10% dei globuli bianchi (leucociti) sono monociti.

I monociti ci proteggono dalle infezioni virali, batteriche, micotiche, protozoarie (quelle causate o trasmesse da parassiti). Uccidono i microrganismi, ingeriscono le particelle estranee, rimuovono le cellule morte, potenziano le risposte immunitarie. Ma possono anche essere coinvolti nello sviluppo di patologie infiammatorie gravi, come l’artrite e l’aterosclerosi.

Le cellule del sangue, nelle persone adulte vengono prodotte principalmente nel midollo osseo. Tutte le cellule ematiche originano da cellule progenitrici comuni, chiamate cellule staminali emopoietiche. Il processo di produzione dei monociti è chiamato mielopoiesi.

Prima di essere sottoposti alla morte cellulare programmata, i monociti vivono per 3 giorni in media, ma quando c’è un’infiammazione in corso vivono più a lungo. Una volta che questa si risolve, si la la morte cellulare. [11]

I valori dei monoliti presenti nel sangue

Il numero dei monociti presenti nel sangue può essere rilevato per mezzo di un esame emocromocitometrico (emocromo). I risultati possono indicare valori normali, bassi, elevati.

Valori normali

Negli adulti, la conta monocitaria dovrebbe attestarsi attorno ai 0.2-0.8×109/L . [1] I bambini hanno dei valori normali che sono diversi in relazione alla loro età: dai 0.5–1.8×109/L dei neonati, gradualmente scendendo negli adolescenti fino ai 0.2–0.8×109/L [2].

Valori bassi (monocitopenia)

Una riduzione del numero dei monociti (una monocitopenia) spesso indica una debilitazione fisica con un abbassamento delle difese immunitarie. Ciò potrebbe essere dovuto al fatto che il corpo non riesce a produrre abbastanza monociti, come ad esempio nel caso di stress e di una leucemia.

Valori alti (monocitosi)

La percentuale dei monoiciti presenti nel nostro sangue aumenta di molto quando si é colpiti delle infezioni, a partire dai casi delle malattie infiammatorie croniche o autoimmuni. Ciò di norma vol dire che il nostro sistema immunitario sta facendo appieno il suo lavoro.

Comunque, per stabilire se si tratta di una condizione che ci deve preoccupare o se la cosa dipende solo dalla reazione del corpo ad un’infezione, occorre scoprire la causa di questo innalzamento di valori.

I monociti alti (monocitosi)

Una monocitosi è sempre un campanello d’allarme che necessita di un’approfondimento diagnostico. Il numero di monociti circolanti nel sangue aumenta negli adulti a più di 0.8×109/L. Le condizioni patologiche associate alla monocitosi possono essere dovute,

  • a delle patologie ematologiche maligne: a sindromi mielodisplastiche, alla leucemia acuta monoblastica monocitica, alla leucemia mieloide cronica, al linfoma Hodgkin e non-Hodgkin; [3, 4, 5]
  • alle infezioni: a infezioni virali, tubercolosi, endocarditi batteriche, brucellosi, malaria, sifilide; [6]
  • a malattie autoimmuni: al lupus eritematoso sistemico, all’artrite reumatoide, a patologie infiammatorie dell’intestino; [7, 8, 9, 10]
  • alla sarcoidosi: una malattia infiammatoria multisistemica; [11, 12]
  • ad un cancro: all’ovaio, al seno, al retto; [13, 14]
  • ad un attacco cardiaco; [15, 16]
  • a un’appendicite; [17]
  • ad un’infezione da HIV; [18]
  • alla depressione; [19]
  • al parto; [20]
  • all’obesità; [21]
  • ad una polmonite grave; [22]
  • ad un’apatopatia alcolica: un’alterazione del fegato causata da un consumo eccessivo di alcol. [23]

I possibili effetti sulla salute della monocitosi: di un conta monocitaria alta

La monocitosi può incidere in diversi modi sulla nostra salute in quanto,

A. aumenta il rischio di arteriosclerosi

  • I monociti ed i macrofagi (cellule del sistema immunitario) sono essenziali per lo sviluppo e l’esacerbazione dell’aterosclerosi (indurimento delle arterie), la quale può portare ad attacchi cardiaci, all’ictus ed all’arresto cardiaco.
  • I monociti si accumulano nei vasi sanguigni contribuendo in tal modo allo sviluppo ed alla rottura delle placche aterosclerotiche che causano un blocco all’interno dei vasi.
  • Col progredire dell’indurimento delle arterie, il numero di monociti aumenta nel sangue [24, 25, 26].

B. potrebbe aumentare e/o indurre le infiammazioni nel diabete. [27, 28, 29, 30]

C. viene associata a maggiori rischi di morte negli anziani

Un aumento del numero dei monociti, negli anziani viene associato ad un maggiore rischio di morte a causa di patologie cardiovascolari o di cancro [31].

D. dopo un attacco cardiaco  facilita il processo di guarigione

Dopo un attacco cardiaco, i monociti aiutano a rimuovere le cellule cardiache danneggiate e morte, e facilitano il processo di guarigione del danno cardiaco [32].

I bassi livelli di monociti – monocitopenia

Nella monocitopenia il numero di monociti circolanti nel sangue degli adulti diminuisce a meno di 0.2×109/L. Le condizioni patologiche associate ad una monocitopenia possono essere dovute:

  • ad un’anemia plastica o ad un aplasia midollare: una forma di anemia che si caratterizza per un’insufficiente produzione di cellule del sangue; [33]
  • ad una leucemia: a cellule capellute, linfatica cronica; [34]
  • alla sindrome monocitopenica da mycobacterium avium complex (MonoMAC syndrome); [35]
  • ad ustioni gravi; [36]
  • all’artrite reumatoide; [37]
  • al lupus eritematoso sistemico; [37]
  • ad un’infezione da HIV[38]
  • alla carenza di vitamina B12; [39]
  • ad una terapia a base di corticosteroidi (monocitopenia transitoria); [40]
  • alla somministrazione del fattore di necrosi tumorale α (abbreviato come TNFα) e dell’interferone i IFN-α (alfa); [41]
  • ad una radioterapia.

I possibili effetti sulla salute della monocitopenia: di una conta monocitaria bassa

Una monocitopenia può incidere in vari modi sulla nostra salute in quanto,

  1. riduce il rischio di patologie cardiovascolari: nelle persone che non presentano sintomi, la monocitopenia si pone in stretta relazione con lo sviluppo di patologie cardiovascolari: livelli minori di monociti sono associati ad un minor rischio cardiovascolare. [43]
  2. aumenta la nostra suscettibilità alle infezioni: una monocitopenia è associata anche alla sindrome MonoMac, caratterizzata da una maggiore suscettibilità alle infezioni micobatteriche, fungine e causate da papillomavirus umano (HPV). [44]
  3. è associata al rischio di sindromi ematologiche: la monocitopenia è associata ad un’alto rischio di sviluppare delle malattie ematologiche (cancro delle cellule ematiche), come la mielodisplasia, la leucemia mieloide acuta, la leucemia mieloide cronica, ed i linfomi. [45]
  4. aumenta il rischio di cancro alla cervice: per effetto di una monocitopenia progressiva, i pazienti con immunodeficienza primaria sono suscettibili a forme gravi e persistenti di infezione da papillomavirus umano (HPV), in grado di causare cancro della cervice.

Cosa fare per aumentare i livelli di monociti nel sangue

Possiamo favorire l’aumento dei livelli di monociti nel sangue in vari modi.

  1. mediante un’attività fisica intensa/estrema: nei primi minuti di esercizio intenso, i monociti aumentano rapidamente nel sangue, ma il loro numero cala altrettanto rapidamente una volta terminata l’attività; [46]
  2. mediante una sauna: la sauna aumenta la conta di globuli bianchi e monociti, maggiormente negli atleti in rapporto ai soggetti non allenati: questo perché il surriscaldamento del corpo umano porta ad un’alta attività monocitaria; [47]
  3. esponendoci al freddo: un’esposizione prolungata al freddo aumenta il numero di monociti attraverso l’attivazione del sistema nervoso parasimpatico (“combatti o fuggi”); [48]
  4. assumendo l’ormone della crescita: le iniezioni di questo ormone aumentano il numero di globuli bianchi, compreso quello dei monoliti, [49]

Fattori ed elementi che possono portare ad un aumento di monociti nel sangue

Vediamo quali sono le condizioni e gli elementi che aumentano i monociti nel sangue:

  1. la menopausa: in menopausa si ha un aumento del numero di monociti. [50]
  2. il testosterone: le iniezioni di testosterone nei topi aumentano il numero di monociti, granulociti e linfociti nel sangue. [51]
  3. la vitamina B12: nei ratti con carenze di proteine, la vitamina B12 aiuta ad aumentare il numero di globuli bianchi, inclusi i monociti. Tuttavia, nei topi con un apporto proteico normale, l’integrazione di vitamina B12 non cambia la conta di globuli bianchi. [52]
  4. la leptina: la leptina umana aumenta la crescita dei monociti e la produzione di citochine, poiché si tratta di una citochina proinfiammatoria. [53]
  5. la vitamina C: recenti studi ipotizzano che la vitamina C possa modificare l’immunità inibendo la morte cellulare programmata dei monoliti. [54]
  6. il calcitriolo (vitamina D3): la vitamina D3 pouò potenziare la crescita dei monociti umani. [55]
  7. l’aglio: l’aglio aumenta la conta totale dei globuli bianchi: i ratti nutriti con aglio hanno un aumento significativo di monociti, di neutrofili e di linfociti, rispetto a quei ratti che non mangiano aglio. [56]
  8. l’alcolismo cronico
    • Il consumo di alcol consente ai lipopolisaccaridi dei batteri Gram negativi presenti nell’intestino, di causare delle infiammazioni.
    • Il consumo “acuto” di alcol, inizialmente mitiga le infiammazioni da lipopolisaccaridi (LPS).
    • Tuttavia un suo consumo cronico può portare ad un graduale aumento dei monociti e delle proteine infiammatorie, portando ad uno stato d’infiammazione generale nel corpo [57].
    • Il prolungato consumo di alcol si manifesta anche in un’aumento della produzione di TNF-alfa da parte dei monociti [58, 59].

Cosa fare per ridurre i livelli di monoliti nel sangue

Vediamo quali sono le condizioni ed i fattori suscettibili di ridurre i monociti.

  1. Un consumo “acuto” di alcol incide sulle funzioni immunitarie, in particolare quelle dei monociti [60].
    • Recenti studi ipotizzano che il consumo acuto di alcol riduca l’infiammazione in risposta al lipopolisaccaride (LPS) nell’intestino [61].
    • Il consumo moderato di alcol, come uno o due bicchieri di vino al giorno, riduce significativamente la produzione da parte dei monociti di citochine infiammatorie, TNF-alfa e IL-1beta, ed aumenta la produzione di IL-10 [62].
    • Questi meccanismi potrebbero contribuire agli effetti benefici di un consumo moderato di alcol sull’aterosclerosi.
  2. Un esercizio fisico regolare ha effetti antinfiammatori.
    • Alcuni studi hanno mostrato che nelle donne in sovrappeso e sedentarie i monociti calano significativamente dopo sei settimane di esercizio fisico di moderata intensità.
    • La conta monocitaria viene anche significativamente associata a minori livelli di trigliceridi, ad un’aumentata sensibilità insulina, ad  un minor indice di massa corporea (BMI) [63].
  3. Una perdita di peso accompagnata (nelle persone obese) da un calo significativo del numero di monociti e neutrofili. La riduzione dei monociti circolanti è correlata ad una migliore sensibilità insulinica [64].

Gli alimenti ed i farmaci che possono portare ad una diminuzione di monociti

Vediamo adesso quali sono alimenti o farmaci che, se assunti, riducono i monociti nel sangue.

  1. Gli acidi grassi Omega-3. Il consumo regolare di questi grassi, contenuti sopratutto nei pesci come lo sgombro e il salmone o negli integratori a base di olio di pesce, può fornire una protezione contro l’aterosclerosi e le patologie cardiache [65]. Le persone che assumono integratori a base di olio di pesce, hanno meno infiammazioni dei vasi sanguigni a causa dei monociti. Questo effetto non è altrettanto marcato nelle persone che assumono già dei medicinali per trattare le patologie delle arterie periferiche [66].
  2. La dieta mediterranea può proteggerci contro l’infiammazione causata dai monociti [67, 68]. Come è noto, si tratta di una dieta composta da cibi come semi, noci, verdura, frutta e cereali integrali, e molti grassi monoinsaturi derivanti dall’olio di oliva.
  3. Il cortisone ed i glucocorticoidi. Una singola dose di cortisolo riduce i monociti del 90% a 4-6 ore dal trattamento. Questa riduzione persiste per circa 24 ore. Successivamente, dalle 24 alle 72 ore dopo il trattamento i livelli di monociti tornano alla normalità  [69]. Si pensa che questo calo si sia una conseguenza della ridistribuzione dei monociti.
  4. Gli estrogeni ed il progesterone: gli estrogeni, e probabilmente anche il progesterone, riducono la conta monocitaria. Questo fatto potrebbe spiegare la riduzione delle funzioni immunitarie cellulo-mediate durante la gravidanza [70].
  5. L’Infliximab (nome commerciale: Remicade): un farmaco immunosoppressivo per il trattamento delle patologie infiammatorie gravi come la malattia di Crohn, la colite ulcerosa e l’artrite reumatoide, uccide i monociti, facendo così ridurre l’infiammazione nei pazienti affetti da patologie infiammatorie croniche [73].

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