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I valori della frequenza cardiaca a riposo

Un cuore sano batte ininterrottamente, dalla sua formazione nel grembo materno e fino alla morte. Un cuore sano, a riposo pompa da quattro ad otto litri di sangue al minuto. Una bassa frequenza cardiaca a riposo, di solito implica una migliore forma fisica.

La frequenza cardiaca

Il nostro cuore batte in continuazione per portare attraverso l’aorta il sangue pulito ed ossigenato dal ventricolo sinistro ai vasi sanguigni dell’organismo. Battendo regolarmente, pompa sangue in modo da fornire al corpo ossigeno e sostanze nutritive.

Il numero di battiti del cuore in un’unità di tempo, ovvero la frequenza cardiaca, è solitamente espressa in battiti per minuto (BPM o RPM).

Nelle persone adulte viene considerata normale una frequenza cardiaca a riposo compresa tra i cinquanta ed i novanta battiti al minuto.

La frequenza cardiaca diminuisce nel sonno ed aumenta quando si fa uno sforzo, quando si fa una qualche attività fisica o quando si è sotto stress. La frequenza cardiaca è più elevata nei soggetti più giovani. 

Una bassa frequenza cardiaca a riposo, di solito implica una migliore forma fisica.

Le misurazioni delle frequenze cardiache

La frequenza cardiaca più essere misurata sostanzialmente in due modi diversi: manualmente o con appositi strumenti.

1. manualmente

La misurazione manuale della frequenza cardiaca viene operata solitamente al polso: con i polpastrelli dei diti indice e medio.

frequenza cardiaca

Ma può anche essere percepita in qualsiasi altra parte del corpo laddove la pulsazione arteriosa viene trasmessa alla superficie cutanea, specialmente quando la cute viene compressa contro una struttura sottostante, come potrebbe essere un osso.

Come si può vedere dall’immagine, gli altri punti dove è possibile misurarla sono,

  • l’arteria temporale, a lato della fronte
  • l’arteria facciale, sull’angolo della mandibola
  • l’arteria carotide, nel collo
  • l’arteria brachiale
  • l’arteria femorale, nell’inguine
  • l’arteria poplitea, dietro le ginocchia
  • l’arteria tibiale posteriore
  • l’arteria pedidia, sopra il piede

2. mediante appositi strumenti

La frequenza cardiaca può anche essere rilevata mediante,

  • un elettrocardiografo (ECG);
  • un cardiofrequenzimetro: il cardiofrequenzimetro permette la misurazione accurata della frequenza cardica sia durante un allenamento che a riposo;
  • alcuni misuratori di pressione ed ossimetri: la maggior parte dei misuratori di pressione in commercio è in grado di misurare oltre che la pressione, anche la frequenza cardiaca.

Le frequenze cardiache normali

La frequenza cardiaca normale rientra in un intervallo compreso tra i 50 ed i 140 battiti al minuto.

Dipende soprattutto dall’età del soggetto, e dal fatto che questi sia a riposo oppure sotto sforzo.

A riposo un uomo adulto ha una frequenza cardiaca a riposo (FCR –  o RHR, Resting Heart Rate) compresa tra i 50-90 battiti al minuto.

  • Se questa frequenza è inferiore ai 50 battiti al minuto si parla di bradicardia.
  • Se invece è superiore ai 90 battiti al minuto si parla di tachicardia.

La frequenza cardiaca a riposo viene rilevata possibilmente lontano dai pasti, dopo che si sta seduti / rilassati per almeno 10 minuti

Valori a riposo superiori ai 90 battiti per minuto sono correlati ad un aumento del rischio cardiovascolare. [1].

Gli atleti hanno un ritmo cardiaco basale solitamente inferiore: in alcuni atleti di sport di resistenza sono state riscontrate frequenze cardiache a partire da 28 – 40 battiti al minuto.

Lo stress, l’esercizio fisico, l’ansia, alcuni disturbi di salute, ed altri fattori aumentano la frequenza cardiaca al di sopra dei normali livelli a riposo.

Le frequenze cardiache irregolari

Come sabbiamo detto, la frequenza cardiaca rappresenta il numero di battiti del cuore nell’unità di tempo.

Ci possono essere diverse anomalie riguardanti il battito ed il ritmo con cui il cuore batte.

Iniziamo a parlare del rallentamento della frequenza cardiaca rispetto a quella media: la brachicardia.

A. Le bradicardie

Con questo termine ci si riferisce varie patologie in cui il cuore batte ad un ritmo inusualmente lento: a riposo meno di 60 battiti al minuto. In particolare, si parla di

  • una bradicardia lieve nel caso di una frequenza cardiaca tra i 50 ed i 59 battiti al minuto,
  • una bradicardia moderata nel caso di una frequenza cardiaca tra i 40 es i 49 battiti al minuto,
  • una bradicardia grave nel caso di una frequenza cardiaca inferiore ai 40 battiti al minuto.

La bradicardia può essere,

  • patologica, quando, a causa dei bassi battiti del cuore vi è uno scarso apporto sanguigno ai distretti dell’organismo in relazione a quelle che sono le normali richieste del metabolismo: molti tipi di bradicardia patologica non causano la comparsa di nessun sintomo; mentre alcuni altri tipi possono causare dei capogiri, debolezza o svenimento (chiamato sincope);
  • normale, come nel caso degli atleti in cui il cuore, pur battendo ad una bassa frequenza è in grado di assicurare un’emodinamicità efficace.

Le cause di una bradicardia non fisiologicamente normale sono davvero tante. Le principali sono,

  • l’apnea notturna,
  • un blocco atrioventricolare,
  • le cardiopatie congenite,
  • l’emocromatosi,
  • l’assunzione di farmaci e droghe,
  • l’ictus ed i tumori cerebrali,
  • l’infarto del miocardio,
  • l’ipotiroidismo,
  • un aumento eccessivo della pressione all’interno della scatola cranica,
  • l’iperbilirubinemia,
  • l’iperpotassiemia,
  • la miocardite,
  • la steatosi del miocardio.

Un battito ed un ritmo anormale, vengono solitamente diagnosticati con un elettrocardiogramma.

In particolare l’Holter cardiaco, o elettrocardiogramma dinamico rileva i cambiamenti del ritmo cardiaco tenendo una traccia elettrocardiografica di 24 ore consecutive.

Ora andremo a parlare del caso contrario, cioè dell’innalzamento della frequenza cardiaca rispetto a quella media: la tachicardia.

B. Le tachicardie

Le tachicardie consistono in un aumento netto della frequenza del ritmo cardiaco del soggetto al di sopra del suo normale valore a riposo.[1]

In un soggetto di età superiore ai 15 anni, una frequenza cardiaca superiore ai 100 battiti al minuto a riposo indica la presenza di una tachicardia.

A differenza della bradicardia, in genere la tachicardia è legata a delle situazioni patologiche, anche se non necessariamente gravi o non necessariamente legate al cuore stesso: si pensi ad esempio al cosiddetto “batticuore”.

Si possono avere in genere quattro tipologie principali di tachicardia:

1. tachicardia sinusale o normotropa

La tachicardia sinusale, che di solito si caratterizzata per una frequenza cardiaca costante ed inferiore ai 170 battiti per minuto, è per lo più dovuta a eccessivi sforzi, ad emozioni intense, a dei problemi psichici, alla gravidanza, ecc. [1]

2. tachicardia eterotopa

La tachicardia eterotopa si ha quando una zona del cuore induce stimoli elettrici di frequenza elevata, e superiore a quella del nodo senoatriale, sostituendosi nel controllo del battito ad esso.

Queso tipo tacchicardia causa affanno, svenimento, palpitazioni e dolore toracico.

La sua diagnosi può venire confermata da un’elettrocardiogramma che presenti ampie onde anomale regolari.

3. tachicardia parossistica

La tachicardia parossistica, la quale può durare da qualche minuto a qualche giorno, in genere colpisce le persone giovani (di età inferiore ai 25 anni) e tende a sparire improvvisamente e senza apparente motivo, così come si è presentata.

Causa un senso di costrizione e dolore toracico, di stordimento, vertigini, sudori freddi, nausea e difficoltà respiratorie.

4. tachicardia atriale

La tachicardia atriale si manifesta con gli atri del cuore che incominciano a pulsare in modo rapido ed irregolare.

Questo fa si che anche i ventricoli vengano interessati ed incomincino a pulsare ad una frequenza compresa tra gli 80 ed i 160 battiti al minuto.

Questo tipo di tachicardia si manifesta con delle palpitazioni e dei dolori toracici.

La sua diagnosi può essere confermata solo attraverso un’elettrocardiogramma.

 

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