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Cumino nero: proprietà e benefici dei semi e dell’olio

Il cumino nero (nigella sativa) é conosciuto anche coi nomi di sesamo nero, di seme nero, di coriandolo romano, di seme di san Benedetto, ma anche con altri nomi.

Cumino nero: i suoi impieghi

Il cumino nero (nigella sativa) è una pianta annuale originaria del sud-ovest asiatico appartenente alla famiglia delle ombrellifere. Ha fiori di color bianco.

Ha dei frutti rigonfi che contengono piccoli semi neri impiegati come spezie per aromatizzare e insaporire cibi, bevande, insalate e pietanze.

Il suo olio viene impiegato in particolare come medicinale – ad uso esterno ed interno  – per risolvere numerosi problemi.

Al cumino nero vengono riconosciute notevoli proprietà fitoterapiche da molti secoli. Le prime notizie che si hanno sulla sua coltivazione e sui suoi impieghi, risalgono all’antico Egitto. Nella medicina tradizionale araba è conosciuto col nome di habbatul barakah, che significa «il seme della benedizione» e viene utilizzato per trattare diverse sintomatologie. Nella medicina indiana viene utilizzato come antiasmatico, cioè come un farmaco in grado di ridurre l’infiammazione a livello bronchiale.

Molti dei  numerosi benefici effetti per la salute tradizionalmente attribuiti al cumino nero, vengono confermati dalla letteratura biomedica: sul cumino nero dal 1964 in poi sono stati infatti pubblicati 656 studi di revisione paritaria[4]

I molti benefici effetti del cumino nero sulla nostra salute

Nell’archivio di GreenMed Info, un’organizzazione non governativa che si occupa di medicina olistica ed alternativa, il cumino nero viene associato a 40 condizioni farmacologiche. In particolare viene considerato: [4]

  1. un analgesico, grazie al thimochinone in esso presente,
  2. un antibatterico utile contro le infezioni virali delle le prime vie aeree,
  3. un antinfiammatorio,
  4. un antiulcera,
  5. un anticolinergico (che blocca cioè l’acetilcolina, un neurotrasmettitore del sistema nervoso),
  6. un antifungino,
  7. un antipertensivo (è ciò perché, grazie alla presenza di prostaglandine, abbassa la pressione e favorisce la vasodilatazione),
  8. un antiossidante,
  9. un antispasmodico (giova cioè negli stati irritativi della gola) che seda la tosse,
  10. un antivirale,
  11. un broncodilatatore,
  12. un inibitore della gluconeogenesi (anti-diabetico),
  13. un epatoprotettivo (che protegge il fegato),
  14. un ipotensivo,
  15. un insulino sensibilizzante,
  16. un induttore d’interferone,
  17. un antagonista nei confronti dei recettori dei leucotrieni,
  18. un nefroprotettivo,
  19. un inibitore del fattore di necrosi tumorale.

Queste sue azioni rappresentano solo un sottoinsieme di un numero molto più ampio di proprietà benefiche intrinseche al cumino nero.

Se, da un lato può sembrare impressionante che questo seme abbia la capacità di modulare positivamente tanti percorsi biologici diversi, dall’altro lato occorre precisare che in realtà questo fatto è piuttosto comune tra le piante medicinali.

I principali impieghi non terapeutici del cumino nero

Sia i semi di cumino nero, che il suo olio hanno numerosi utili impieghi. Vediamo quali sono i principali.

A. in cucina

In campo culinario, si usano molto spesso sia i semi sia la polvere di semi di cumino come condimento, anche in sostituzione del pepe nero. Viene anche utilizzato per preparare delle tisane.

Quanto a sue calorie, cento grammi di cumino contengono 375 kcal.

B. nella cosmesi e nell’igiene personale

I semi di cumino nero vengono utilizzati in ambito cosmetico sotto forma di oli per massaggi. Ma anche nella preparazione di dentifrici e di colluttori,

C. negli integratori alimentari

In Italia il cumino nero non è compreso nell’elenco del Ministero della salute riguardante i prodotti consentiti negli integratori alimentari. [17]

I principali impieghi terapeutici del cumino nero

Sono numerosi gli studi circa i possibili utilizzi del cumino nero a scopi terapeutici. Ecco – con dei richiami alle relative evidenze scientifiche,  con rinvii alle pubblicazioni scientifiche menzionate nei riferimenti bibliografici per maggiori approfondimenti, per quali disturbi viene utilizzato.

A. diabete di tipo 2

In occasione di un recente studio condotto su degli esseri umani, l’assunzione di due grammi di semi nero al giorno ha aveva comportato,

  • una diminuzione della glicemia a digiuno e della resistenza all’insulina,
  • un aumento della funzione delle cellule β (cellule beta),
  • una riduzione dell’emoglobina glicosilata (HbA1c). [3]

B. helicobacter pylori

Si ritiene che i semi di cumino nero possano essere utili per contrastare l’helicobacter pylori. [5]

C. epilessia

Uno studio del 2007 condotto su dei bambini epilettici refrattari ai trattamenti farmacologici convenzionali, ha rilevato che questi avevano tratto molti benefici dall’assunzione di semi di cumino nero. Del resto, «da sempre» questi semi sono (tradizionalmente) noti come aventi proprietà anti-convulsivanti. [6]

D. pressione sanguigna alta

In alcuni soggetti con un’ipertensione lieve, l’utilizzo quotidiano di una quantità di 100 / 200 mg di estratto di semi di cumino nero, due volte al giorno, per 2 mesi, aveva avuto un effetto ipotensivo. [7]

E. asma

In occasione di uno studio su degli animali, il timochinone contenuto nel cumino nero si era dimostrato più efficace di un farmaco a base di fluticasone.

Un diverso studio su soggetti umani aveva rilevato che gli estratti in semi di cumino nero, bolliti in acqua, avevano avuto un discreto effetto antiasmatico. [8, 9]

F. tonsillofaringite acuta (per lo più quella di origine virale

Pare che  – in combinazione con phyllanthus niruri – il cumino nero in capsule sia in grado di alleviare in modo significativo il dolore alla gola, e di ridurre la necessità di assumere degli antidolorifici. [10]

G. cancro del colon

Alcuni studi hanno scoperto,

  • che l’estratto di semi di cumino nero agisce nella soppressione della crescita del cancro al colon,
  • ed anche che l’olio di semi di cumino nero ha dei significativi effetti inibitori contro il cancro al colon nei ratti. [12, 13]

H. staffilococco aureo resistente alla meticillina

Il cumino nero ha un’attività antibatterica contro gli isolati clinici di stafilococco aureo resistenti alla meticillina -MRSA – Methicillin-Resistant Staphylococcus Aureus. [14]

I. Alzheimer

Il cumino nero e, più in particolare il timochinone (TQ)  – che è il costituente fitochimico bioattivo dell’olio di semi di nigella sativa (cumino nero) – previene la neurotossicità associata al morbo di Alzheimer. [16]

L. dipendenza da oppiacei

Una ricerca statunitense su 35 tossicodipendenti, ha trovato che il cumino nero é efficace nel trattamento a lungo termine della dipendenza da oppiacei. [15]

L’olio di cumino nero

Cumino nero (Nigella Sativa).
Cumino nero (Nigella Sativa).

L’olio (di cumino nero) che si ottiene alla spremitura di semi di cumino è molto aromatico e ricco di acidi grassi polinsaturi: in particolare contiene fino al 60% di acido linoleico.

Quest’olio contiene anche il timochinone, un principio attivo in grado di incidere sulle cellule cancerose, ed anche per questa ragione oggi è oggetto di numerosi studi. Sembra in particolare essere un efficace integratore della chemioterapia, e sembra avere anche degli effetti anti infiammatori.

In ragione delle sue proprietà calmanti e rigeneranti, l’olio di cumino nero viene spesso utilizzato con successo per «nutrire» le pelli secche, quelle sensibili o irritate, ma anche nei casi di alcuni problemi cutanei quali l’acne, l’eczema, la psoriasi, le screpolature, le bruciature solari.

Le proprietà antinfiammatorie dell’olio di cumino nero lo rendono particolarmente adatto nel ridurre le infiammazioni provocate dall’inquinamento, e quelle provocate dalle terapie con radiazioni, o dall’invecchiamento.

Alcuni massaggiatori lo utilizzano nei trattamenti che fanno per rilassare i muscoli (ma anche per rinvigorire l’aspetto della pelle).

Le controindicazioni legate al cumino nero

Non è nota l’esistenza di effetti collaterali dell’olio di semi di cumino nero assunto moderatamente.

Va tuttavia evitata la sua assunzione in presenza di gravi malattie del fegato e di sensibilità o di allergie ai suoi componenti.

Le dosi elevate di cumino nero potrebbero indurre al vomito.

Se ne sconsiglia l’uso in gravidanza, perché potrebbe provocare contrazioni uterine.

L’utilizzo del cumino nero nell’antichità

Nell’antichità, la nigella sativa (il cumino nero) è stata ampiamente sia in ambito terapeutico sia in quello alimentare

Nell’antico Egitto

Cleopatra e la regina Nefertiti utilizzavano i semi di cumino a scopi cosmetici.

I medici degli antichi faraoni li usavano come un rimedio contro il raffreddore, il mal di testa, i disturbi digestivi, il mal di denti, le infezioni, le malattie infiammatorie e le allergie.

All’interno della tomba di Tutankhamon, realizzata circa 3300 anni fa, sono state trovate tracce di olio si semi di cumino nero.

In Arabia

Maometto, in tempi meno remoti sosteneva che il cumino nero è «un rimedio per tutte le malattie, tranne la morte».

In Mesopotamia

Dal libro delle erbe degli assiri, risulta che i semi della nigella sativa (il cumino nero) erano ritenuti in grado di curare: problemi di stomaco,  problemi agli occhi, alle orecchie, alla bocca, alla pelle (come il prurito, le eruzioni cutanee e l’herpes).

Nell’antica Grecia

Cinque secoli prima della nascita di Cristo, Ippocrate esaltava gli effetti benefici della nigella sativa sui disturbi epatici e digestivi.

Nella Roma antica

Plinio il Vecchio riferisce nella sua “Naturalis Historia” dell’utilizzo del cumino nero nei trattamenti: per i morsi di serpente, delle punture di scorpione, dei calli, degli ascessi, e delle eruzioni cutanee. [2]

Fonti

[1] http://www.greenmedinfo.com/blog/black-seed-remedy-everything-death

[2] http://www.semidiluna.com/?p=2521

[3] https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/21675032

[4] http://www.greenmedinfo.com/substance/nigella-sativa-aka-black-seed

[5] https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/20616418

[6] https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/18049435

[7] https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/18705755

[8] https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/19711253

[9] https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/20149611

[10] https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/18541126

[11] https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/18991514

[12] https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/12881014

[13] https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/12881014

[12] https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/19610522

[15] https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/19385474

[16] http://www.greenmedinfo.com/article/nigella-sativa-enhances-memory-attention-and-cognition-healthy-human

[17] http://www.salute.gov.it/portale/temi/p2_6.jsp?id=3668&area=Alimenti%20particolari%20e%20integratori&menu=registri

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