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La magnetoterapia: come funziona e a cosa serve. Indicazioni e controindicazioni

Il campo elettromagnetico. Di Chetvorno [CC0], via Wikimedia Commons
Il campo elettromagnetico. Di Chetvorno [CC0], via Wikimedia Commons
La magnetoterapia

La magnetoterapia

La magnetoterapia, chiamata anche elettromagnetoterapia – che è cosa diversa dalla elettro-stimolazione, e con la quale non va perciò confusa – è una tecnica di fisioterapia che utilizza l’energia elettromagnetica per trattare determinate condizioni.

La magnetoterapia si pone a cavallo tra la medicina convenzionale e quella alternativa. 

Il Ministero della Salute consente l’utilizzo di apparecchiature di elettromagnetoterapia a bassa frequenza (in quanto si rivelano efficaci per molte patologie) negli ospedali, nei centri di riabilitazione e di recupero funzionale,  e pure in ambito domiciliare.

La magnetoterapia è conosciuta ed applicata in tutto il mondo, al punto tale aver generato un indotto complessivo di quasi cinque miliardi di dollari. Purtroppo, tanti soldi hanno avuto attirato l’attenzione anche aziende che, diffondendo ardite teorie e commercializzando dispositivi che non hanno alcuna utilità, tendono ad approfittarsi di chi cerca delle soluzioni ai propri problemi avendo però scarse conoscenze in materia.

Per fortuna, anche in Italia ci sono ditte serie ed affidabili che commercializzano una vasta gamma di validi apparecchi per fare efficaci trattamenti coi campi magnetici.

In che cosa consiste

In che cosa consiste la magnetoterapia

La magnetoterapia – che non comporta, è bene chiarire, interventi invasivi di nessuna natura – si basa sul presupposto che negli esseri umani ogni cambiamento emotivo e fisico derivi dall’interazione del corpo con la terra, entrambi fonti naturali di campi magnetici.

Secondo i sostenitori della magnetoterapia, uno stato di buona salute può essere mantenuto solo quando il campo elettromagnetico di una persona è in equilibrio.

La magnetoterapia dagli antichi greci ai giorni nostri

  • La convinzione che l’utilizzo di magneti possa portare dei benefici alla salute dell’uomo risale all’antica Grecia.
  • Nello stesso periodo, dall’altra parte del mondo molti medici cinesi stavano iniziando a documentare gli effetti salutistici del campo magnetico terrestre sulla salute umana, in particolare su svariate malattie.
  • Successivamente, nel medioevo, è stato Paracelso a diffondere  da noi l’uso della calamita nella medicina occidentale
  • Nel secolo XVIII, con la dottrina Mesmer o teoria del magnetismo-animale, la magnetoterapia tornò in auge: tuttavia, dopo alcuni anni di vasta popolarità e di enorme successo, il nuovo metodo di cura andò lentamente declinando.
  • Al giorno d’oggi è possibile fare dei trattamenti di magnetoterapia in quasi tutti gli ambulatori di riabilitazione e pure a casa propria.

Vediamo quali sono attualmente i principali impieghi della magnetoterapia.

I suoi diversi impieghi

Indicazioni dei trattamenti di magnetoterapia

Gli studi scientifici sui benefici della magnetoterapia indicano come questa non si possa considerare, da sola, una cura risolutiva. Però in associazione con altre terapie, può di dimezzare i tempi di recupero, soprattutto quando i tempi normalmente sono piuttosto lunghi. Naturalmente la magnetoterapia va eseguita seguendo i consigli del medico.

La magnetoterapia viene oggi comunemente utilizzata per trattare molti sintomi, condizioni o malattie, tra cui quelle riguardanti,

la cartilagini, ossa e articolazioni (sistema scheletrico)

  • Recenti ricerche hanno dimostrato che la magnetoterapia è in grado di dimezzare i tempi di guarigione di patologie a carico del sistema scheletrico, e di stimolare la guarigione delle fratture lente a guarire.
  • Per questo tipo di trattamenti, non è necessaria l’ospedalizzazione ed i trattamenti con la magnetoterapia possono essere effettuati a livello ambulatoriale o domestico.
  • Già dopo una ventina di sedute si dovrebbero poter apprezzare (tramite una densitometria ossea) dei risultati oggettivi.
  • Ancora in ancora minor tempo, si dovrebbero notare dei miglioramenti soggettivi a livello dell’infiammazione e del dolore percepito [1].
  • Massimo Manara, un medico sportivo che da tempo utilizza la magnetoterapia pulsata, sostiene che «la terapia toglie il dolore e i pazienti riescono a fare riabilitazione meglio, esercitandosi di più: per questo, i tempi di recupero possono accorciarsi». [2]

l’artrosi

  • Marco D’Imporzano, presidente della Società italiana di ortopedia e traumatologia, ha precisato che «la terapia può avere un’azione antinfiammatoria e stimolare la crescita della cartilagine, ma non la ricostruisce: può accelerare la guarigione in lesioni iniziali, dopo trapianti di cartilagine o in caso di ricostruzione di tendini o legamenti. Inoltre gli studi sono incoraggianti, ma sono ancora pochi». [2]
  • Sulla stessa linea Piero Volpi, responsabile del Centro di traumatologia dello sport e di chirurgia artroscopica dell’Istituto ortopedico Galeazzi di Milano: «la magnetoterapia può essere utile anche in chi non ha subito un intervento alle articolazioni. Ma il fatto che rallenti i processi degenerativi della cartilagine è da dimostrare: occorrono prove, peraltro non semplici da ottenere».

l’emicrania

  • Diversi studi avevano analizzato nel 2007 l’efficacia della terapia magnetica nel ridurre l’emicrania.
  • Dai risultati era emerso che l’uso di un dispositivo palmare che generi dei campi elettromagnetici pulsati, può ridurre l’intensità, la durata e la frequenza delle emicranie e di alcuni tipi di mal di testa.
  • Tuttavia, l’efficacia di questa tecnica in questo campo dovrebbe essere meglio valutata con una sperimentazione clinica più valida.

il dolore post-operatorio e il dolore cronico

  • I risultati di una sperimentazione conclusasi nel 2000, condotta dal primario del reparto di reumatologia dell’ Ospedale S. Camillo-Forlanini di Roma, il prof. Francesco Porzio su 60 pazienti (30 con cervicalgie e 30 con disturbi lombo-sacrali), avevano confermato che l’utilizzo di campi prodotti per mezzo di fasce e di cinture di plastoferrite (un materiale inerte e flessibile che viene magnetizzato) è in grado di produrre un effetto antalgico utile ad affiancare la terapia farmacologia tradizionale e, talvolta di sostituirla. [3]

lesioni ai tendini ed i legamenti

  •  La magnetoterapia garantisce grazie al processo di ripolarizzazione il superamento della patologia nel giro di poche sedute. [13]

l’ictus

  • Uno studio condotto del 2004, aveva rilevato in pazienti con ictus, che una stimolazione magnetica transcranica ripetitiva aveva contribuito accelerare il loro recupero.

la depressione

  • L’elettro-stimolazione transcranica (altrimenti detta TMS, Transcranial Magnetic Stimulation) risulta efficace  nel 30% al 50%, dei casi di depressioni resistenti. [4]

il morbo di Parkinson

  • La stimolazione cerebrale funziona bene in relazione ai disturbi del movimento.
  • Ed é per questo motivo che la stimolazione magnetica transcranica (TMS), nella cura del morbo di Parkinson potrebbe sostituire la DBS (Deep Brain Stimulation/Stimolazione Cerebrale profonda).
  • La stimolazione magnetica transcranica permette di stimolare delle zone precise del cervello, inviandogli un impulso magnetico attraverso il cranio, grazie ad una bobina posta sulla superficie della testa.
  • I campi magnetici generati, inducono allora un campo elettrico il quale modifica l’attività dei neuroni situati in prossimità.[5, 6, 7, 8, 9, 10]

l’incontinenza

  • Diversi studi – condotti principalmente su delle donne, ma anche su degli uomini dopo la rimozione della prostata – hanno dimostrato che i campi elettromagnetici producono effetti  utili nel trattamento dell’incontinenza urinaria da sforzo (per es. perdita di urina quando si tossisce).
  • Anche se le valutazioni in ordine a questi dati non sono unanimi – e sono quindi necessari ulteriori studi prima avere certezza sull’efficacia dei campi elettromagnetici pulsati in tale contesto –  i risultati sembrano essere promettenti: la magnetoterapia potrebbe essere considerata un’alternativa ai metodi convenzionali, quando questi non sortiscono buoni effetti.
  • Va da se, che in questi casi è molto importante consultarsi con un urologo, perché le cause di un’incontinenza urinaria possono essere molteplici.

Altri benefici della magnetoterapia,  sono dati:

  • dall’aumento del flusso di sangue nei capillari;
  • dalla diminuzione ad allontanamento delle vampate di acido lattico e delle altre sostanze infiammatorie dai tessuti, attenuando così dolore e infiammazione;
  • dal fatto che dispositivi magnetici possono fortemente influenzare la produzione di alcuni ormoni delle ghiandole endocrine, stimolando e promuovendo l’attività enzimatica e gli altri processi fisiologici correlati alla guarigione delle fratture;
  • La magnetoterapia a bassa frequenza non influisce sulla produzione di insulina vera e propria, ma può favorire la rigenerazione di un pancreas parzialmente funzionante. [14]
Le diverse forme di magnmetoterapia

Le diverse forme di magnetoterapia

magnetoterapia

In relazione alla sorgente del campo magnetico ci sono diverse forme di magnetoterapia:

  • la magnetoterapia stabile, il cui campo elettromagnetico è stabile;
  • la magnetoterapia pulsata o a bassa frequenza variabile;
  • la magnetoterapia a radiofrequenza o ad alta frequenza.

Vediamo allora per quali trattamenti vengono utilizzati questi diversi campi elettromagnetici.

campi magnetici statici o permanenti

  • Quando il campo elettromagnetico è stabile, è a dir poco ottimistico pensare che un magnete “statico” applicato alla parte malata, possa interagire con essa nel miglior modo possibile.
  • La magnetoterapia statica deve, perciò, ritenersi al di fuori di una visione scientifica dell’arte medica. [11]

campi magnetici pulsati a bassa frequenza variabile

  • Nella magnetoterapia a bassa frequenza variabile, la frequenza del campo magnetico varia tra i 10 ed i 200 Hz (cicli al secondo), e la densità di flusso varia da 50 a 300 gauss.
  • La magnetoterapia a bassa frequenza, viene utilizzata principalmente nella ricostruzione ossea a seguito di fratture, o per combattere l’osteoporosi.

campi magnetici a radiofrequenza o ad alta frequenza

  • nella magnetoterapia a radiofrequenza o ad alta frequenza, la frequenza varia dai 18 ai 900 MHz.
  • La magnetoterapia ad alta frequenza, chiamata anche elettromagnetoterapia a campi pulsati, viene utilizzata per scopi analgesici, anti dolorifici in generale, ed in molte patologie circolatorie o del ricambio metabolico cellulare.
  • Per queste sue caratteristiche, la magnetoterapia ad alta frequenza è utilizzata per combattere diverse patologie: nevralgie, cefalee, emicranie, artrosi, sinusiti, vertigini e cervicale.

Nei due secondi casi, l’apparecchio per la magnetoterapia dev’essere collegato ad una sorgente elettrica.

Di solito i dispositivi per la magnetoterapia a bassa frequenza e quelli ad alta frequenza, sono venduti sotto forma di piccoli dispositivi portatili e vengono utilizzati sotto controllo medico.

Sono progettati per essere comodamente indossati e per essere adatti ai più comuni tipi di impiego.

Il dispositivo tipico è costituito da due o tre solenoidi (il solenoide, è la bobina di filo conduttore avvolto a spirale, molto stretta su un supporto a forma di cilindro o toro, che genera un campo magnetico quando è percorsa da corrente elettrica.) che, inseriti all’interno di fasce elastiche regolabili, permettono di essere utilizzati nella maggior parte delle zone periferiche del corpo (braccia, gambe, mani…).

In commercio esistono tuttavia anche dei particolari tappeti e materassini con diversi solenoidi al loro interno, che consentono l’emissione del campo magnetico su superfici più vaste del corpo.

Per quelle applicazioni che necessitino invece di alte intensità terapeutiche, esistono dei solenoidi indipendenti e fisicamente più grandi: questi garantiscono un trattamento ad alta intensità a contatto con la parte da trattare – evitando, però, il surriscaldamento a cui sarebbero soggetti i dispositivi applicatori con avvolgimenti più piccoli.

L’intensità e la frequenza dei campi magnetici

L’intensità e la frequenza dei campi di forza (nella magnetoterapia)

Un campo magnetico è un campo di forza attorno ad un oggetto (detto sorgente),  una regione dello spazio dove agiscono delle particolari forze. Queste forze possono essere generate,

  • da un magnete,
  • da una corrente elettrica,
  • o da un campo elettrico che varia nel tempo.

Un campo magnetico è caratterizzato da due misure fondamentali: l’intensità e la frequenza.

intensità

  • L’unità di misura del campo magnetico, nel sistema internazionale, è l’oersted, ma spesso si parla anche di Gauss (G) e Tesla.
  • ll campo magnetico prodotto da una corrente continua o da un magnete è costante nel tempo, e si dice campo magnetostatico.
  • Il campo magnetico prodotto da una corrente alternata varia sinusoidalmente nel tempo, e si dice campo magnetico alternato.

frequenza

  • La frequenza di un campo elettromagnetico (misurata in hertz, simbolo Hz), indica quante volte l’onda sinusoidale (che è la forma che rappresenta l’andamento nel tempo del campo stessi) si ripete ogni secondo. Nota bene: La frequenza non è un’indicazione di intensità.
magnetoterapia
La fisica alla base della magnetoterapia: campo magnetico statico
magnetoterapia
La fisica alla base della magnetoterapia: campo magnetico sinusoidale

Nei paragrafi seguenti parliamo di utilizzi, di controindicazioni e di critiche alla magnetoterapia.

Controindicazioni

Controindicazioni dei trattamenti di magnetoterapia

controindicazioni

A differenza dei medicinali, i quali devono essere opportunamente dosati e assunti ad intervalli regolari per non provocare danni all’organismo – l’utilizzo di apparecchi per la magnetoterapia ha pochissime controindicazioni: pertanto anche se si dovesse esagera nei tempi di utilizzo, non si hanno normalmente degli inconvenienti.

Ancorché non siano stati rilevati suoi effetti collaterali, la magnetoterapia viene sconsigliata ai bambini piccoli ed alle donne in gravidanza.

Anche i pazienti col pacemaker o con altri dispositivi elettronici, dovrebbero evitare questi i trattamenti con questi apparecchi, in quanto i campi magnetici possono influenzare le funzioni dei  loro dispositivi.

La cura viene anche sconsigliata alle persone con malattie tumorali ed a coloro che soffrono di, -insufficienza coronarica, -sindromi endocrine e tubercolosi, -disturbi ematologici, -problemi vascolari, -alterazioni funzionali organiche, -psicopatologiche, -alcune malattie infettive, -micosi, -epilessia, -iperfunzione tiroidea. [12]

E’ necessaria una maggiore precauzione in gravidanza, anche se in questa condizione non sono mai stati riscontrati degli effetti negativi.

In caso di sanguinamento di qualsiasi tipo, è bene fermare subito la terapia: il campo magnetico favorisce la micro-circolazione sanguigna nei tessuti, e questo potrebbe aumentare il sanguinamento delle ferite aperte; per cui si può ricominciare ad applicare la magnetoterapia a impulso solo in fase di convalescenza avanzata – ovvero quando l’emorragia si é già fermata.

In caso di comparsa di un dolore di origine ignota, ti consiglio di farti visitare il tuo medico.

L’utilizzo di magneti deve essere valutato da un medico -se ti è stato diagnosticato un tumore oppure se segui la radioterapia o la terapia neoadiuvante (una chemioterapia attuata prima dei quella chirurgia o della radioterapia per ridurre le dimensioni del tumore e facilitarne l’asportazione).

Nel periodo delle mestruazioni, la magnetoterapia ad impulsi può essere utilizzata normalmente con l’eccezione della zona del bacino.

L’impulso della magnetoterapia non è da applicare sulla testa se si è affetti da disturbi neurologici parossistici come l’epilessia.

Per chi soffre di una pressione del sangue estremamente bassa, è consigliata presenza di una terza persona durante la terapia.

Non è il caso di affiancare questo tipo di terapia alle cure della radioterapia. La terapie é invece possibile in combinazione con la fototerapia o la terapia laser.

E’ consigliabile il parere di un medico se la magnetoterapia dovesse venire fatta su un bambino soffrente di diabete.

Tempi dei trattamenti

Numero di applicazioni e tempi dei trattamenti

Il numero ed il tempo da dedicare alle applicazioni, può variare da paziente a paziente a seconda dell’intensità del suo dolore e dalla tipologia della sua eventuale lesione:  i trattamenti relativi vanno, quindi, concordati con lo specialista fisiatra / neurologo.

In ogni caso, sono necessarie sempre delle applicazioni multiple (ad esempio, 40 applicazioni per rigenerare una frattura ossea).

Un trattamento di magnetoterapia dovrebbe prevedere,

  • singole sedute, della durata fra i 30 ed i 90 minuti;
  • l’utilizzo delle frequenze massime del range prescelto (di bassa frequenza o altra frequenza, a seconda della terapia), sempre naturalmente, che si avvertano particolari fastidi.

Poiché la magnetoterapia (al più) dimezza i tempi di guarigione, è consigliabile il suo utilizzo solo per le patologie di una certa gravità e con prognosi piuttosto lunghe.

I moderni apparecchi per la magnetoterapia portatili, lasciano libertà di movimento a chi li utilizza.

Questo fatto è un notevole vantaggio perché, a seconda dei casi, l’apparecchio va indossato per 4 – 6  ore, o perfino per 8 ore al giorno, ed occorrono almeno 30 – 40 giorni per arrivare ad un risultato.

Si deve quindi arrivare alla conclusione che, chi non può dedicare diverse ore al giorno ad un trattamento, non deve far conto di ottenere degli apprezzabili benefici al riguardo.

Criticità relativamente all’efficacia di alcuni apparecchi

Le criticità relative all’efficacia degli apparecchi per la magnetoterapia

Poiché alcuni disinvolti venditori di apparecchi di magnetoterapia promuovono i loro prodotti basandosi sulle considerazioni pseudoscientifiche  della «New Age» , è quindi necessario prestare attenzione quando si vuole acquistare un apparecchio.

Per avere delle informazioni e per acquistare questi apparecchi, è bene affidarsi a ditte conosciute, a quelle che producono o commercializzano affidabili prodotti da anni, che hanno un buon nome da tutelare.

In ogni caso, questi «disinvolti» venditori, hanno sicuramente già danneggiato l’immagine della magnetoterapia, in Italia e nel mondo.

Ciò premesso, le maggiori critiche che investono la magnetoterapia dipendono dal fatto che:

  • i magneti che normalmente vengono usati producono un insufficiente campo magnetico, così da non poter avere alcun effetto sui muscoli, sul sangue, sulle ossa o su altri organi;
  • non vi è alcuna evidenza scientifica circa quanto affermano alcuni produttori di apparecchi per magnetoterapia, e cioè che il campo magnetico aiuterebbe a fare circolare il sangue interagendo con il ferro contenuto nella emoglobina;
  • non ci sono evidenze scientifiche che dimostrino che i magneti siano in grado di «restaurare la bilancia dell’energia elettromagnetica» del corpo umano;
  • molti siti che promuovono online la magnetoterapia, appartengono a persone o ad aziende che traggono profitti dalla vendita di prodotti magnetoterapici.

Comunque, uno studio randomizzato (uno studio in cui le diverse opzioni terapeutiche vengono assegnate in modo casuale), condotto dall’Energy Medicine Developments, Inc. e pubblicato nel 2003 in Alternative Therapies in Health and Medicine (rivista medica sui trattamenti medici alternativi), sostiene che l’elettromagnetismo ha «piccoli» effetti benefici in pazienti con sclerosi multipla, anche se gli stessi autori segnalano che questi risultati hanno la necessità di essere replicati per essere presi in considerazione.

Conclusioni

Conclusioni

Sembra essere un’opinione diffusa il fatto che la magnetoterapia (con le limitazioni viste sopra) non abbia in genere effetti collaterali e che, se ben utilizzata, possa portare benefici in molti campi.

Restano tuttavia ancora da chiarire alcuni dei risultati dalle sue applicazioni che paiono ancora contraddittori.

Quest’ultimo aspetto, mette in evidenza la necessità di una più ampia ricerca scientifica che vada ad confermare o a confutare certe credenza su questa terapia.

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