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Belladonna: la pianta, e le sue proprietà omeopatiche

Per le sue numerose proprietà, la belladonna trova impiego in ambito fitoterapico, omeopatico e farmacologico. Ma può anche essere velenosa per l’uomo.

La belladonna

La belladonna, il cui nome scientifico è atropa belladonna è una pianta molto comune in Italia, appartenente alla stessa famiglia di quella dei pomodori e delle melanzane.

Ha una grande tradizione storica, quanto ai suoi impieghi in campo medico fin dai tempi remoti. Ma, per i suoi effetti velenosità la si trova in molte leggende come ingrediente nelle pozioni magiche o velenose.

Si tratta di una pianta che anche oggi viene molto utilizzata sia nella medicina sia tradizionale che in quella omeopatica.

Infatti, quando viene assunta in dosi millesimali, non ha nessun effetto velenoso sul nostro corpo. Si rivela anzi un ottimo rimedio naturale contro diversi disturbi, in particolare contro la febbre e l’influenza.

Prima però di parlare di questa pianta, è bene spendere due parole circa i possibili benefici sul nostro organismo di alcune sostanze potenzialmente velenose (come la belladonna) ed anche circa principi su cui si basa l’omeopatia.

L’omeopatia, in estrema sintesi

Nell’omeopatia, il corpo e la mente vengono considerati come un’unica entità.

Nell’omeopatia, la malattia è una condizione di adattamento biologico-emotivo, ed i suoi sintomi sono legati a più fattori: soprattutto agli stati d’animo ed alle personalità dei vari soggetti, alle loro vicende personali, ai loro traumi traumi emotivi, ecc.

Il principio su cui si fonda la medicina omeopatica, viene riassunto nell’espressione “similia similibus curantur” (il simile viene curato con il simile): quindi i rimedi per una determinata malattia, sono dati da quelle sostanze che inducono dei sintomi simili a quelli delle persone malate.

Si tratta dello stesso principio “del chiodo scaccia chiodo” che sta alla base dei vaccini, per cui alle persone vengono si somministrati proprio quegli agenti patogeni di cui si vuole prevenire l’infezione.

L’omeopatia cura le malattie con dei rimedi naturali (minerali, vegetali ed animali). L’omeopatia non viene però considerata efficace dall’Organizzazione mondiale della sanità.

Vediamo ora di andare a scoprire le proprietà della belladonna.

La pianta atropa belladonna 

La belladonna è una pianta erbacea perenne appartenente alla famiglia delle solanaceae, originaria dell’Europa e dell’Asia, che cresce spontaneamente nei prati e nelle radure dei boschi, soprattutto montani.

E’ una pianta rigogliosa in quanto può crescere fino a un metro e mezzo.

Ha un grande rizoma, ed ha delle foglie che sono lunghe fino a 15 centimetri.

I suoi fiori, di colore violaceo, sono piccoli e penduli, a forma di calice.

Il suoi frutti sono delle bacche (bacche verdi che quando sono mature, diventano scure e lucide) con molti semi, non commestibili.

Sia le foglie che i suoi frutti, anche se all’aspetto sembrano invitanti ed anche se hanno un gusto dolciastro, sono altamente velenosi per l’uomo: ingerirli può provocare anche degli svenimenti, paralisi e addirittura anche morte.

Persino per alcuni animali i frutti di belladonna possono essere fatali.

belladonna

Le sue proprietà ed i suoi impieghi in omeopatia

Nonostante possa essere velenosa qualora venisse assunta in grosse quantità, la atropa belladonna è una pianta ricca di proprietà benefiche che derivano fondamentalmente da tre suoi alcaloidi che agiscono sul sistema nervoso, e che hanno un’azione sedativa e anestetica: 

  • l’atropina,
  • la iosciamina,
  • e la scopolamina.

l’atropina

L’atropina ha un’effetto rilassante sui muscoli ed viene quindi utilizzata per placare gli spasmi muscolari e i dolori mestruali.

Questo alcaloide della belladonna viene inoltre utilizzato per dilatare le pupille durante le visite oculistiche.

La belladonna è anche nota per le sue proprietà antinfiammatorie ed antinfluenzali, per cui -da sempre- viene usata per placare le febbri, i mali di gola e le influenze.

Ma ha anche altre proprietà benefiche, e viene utilizzata anche per trattare altri problemi come le gastriti, le ulcere e persino l’insonnia.

Viene poi usata anche per trattare i sintomi influenzali ed i problemi gastrointestinali.

Ma trova anche impiego nel trattare alcuni problemi della pelle, otiti e cefalee.

E’ stato inoltre riscontrato che la belladonna ha degli effetti positivi anche sui bambini, soprattutto per trattare le malattie esantematiche.

L’atropina contenuta all’interno della pianta, è utilizzata anche come antidoto in caso di avvelenamenti da insetticidi ed altri componenti chimici.

nella medicina tradizionale

Nella medicina tradizionale, vengono estratti gli alcaloidi della belladonna per essere combinati coi barbiturici come il fenobarbital, o altri medicinali.

Sia per trattare gli stessi disturbi, ma anche per alcune malattie come il Parkinson, o per la produzione di farmaci contro la nausea ed il vomito.

Le sue dosi in omeopatia

Come detto sopra, la belladonna deve essere utilizzata in quantità minime, secondo i principi dell’omeopatia.

In gocce, viene generalmente raccomandato un dosaggio di 3-5 gocce al giorno in diverse diluizioni CH (ovvero centesimali) da assumere 3-6 volte al giorno.

Dove acquistarla

I prodotti medicinali omeopatici a base di atropa belladonna possono essere acquistati in erboristeria, e nei centri specializzati in cure omeopatiche.

Se siete orientati ad acquistare belladonna direttamente online, sicuramente un marchio a cui poter fare affidamento è Nelsons, i cui prodotti li potete acquistare anche su Amazon.it

Come tutti i rimedi omeopatici, anche quelli a base di belladonna devono essere assunti regolarmente.

Ovviamente prima di assumere belladonna dovresti consultare un medico.

Avvertenze ed effetti collaterali

La belladonna è velenosa per l’uomo e deve essere assunta solo in piccolissime quantità, secondo i principi propri dell’omeopatia.

Occorre leggere attentamente le informazioni contenute nei foglietti illustrativi dei prodotti acquistati prima di utilizzarli o di consumarli.

La belladonna va tenuta lontana dalla portata dei bambini: se viene ingerita nelle quantità e nei modi sbagliati può portare ad allucinazioni, a svenimenti, e addirittura ad effetti mortali per avvelenamento da atropina.

La belladonna nella storia

La belladonna è stata studiata dai medici fin dal 1700 ma già prima, nel Rinascimento, veniva usata per estrarre un succo da usare come cosmetico dalle donne: da qui questo suo nome.

A seguito di numerosi avvelenamenti, i medici e gli scienziati dell’epoca hanno iniziato a studiare gli effetti collaterali di questa pianta, e sono arrivati a constatare ed a confermare il suo potere tossico (infatti, in inglese la pianta viene comunemente definita deadly nightshade, ovvero ombra della notte mortale).

Si dice che nella tragedia Romeo e Giulietta di Shakespeare, si faccia riferimento proprio alla belladonna come a quella pianta che Giulietta aveva usato allo scopo di apparire morta agli occhi di tutti.

Oltre che in questa grande tragedia shakespeariana, la belladonna è entrata in molte leggende e storie popolari come ingrediente di maghi e di fattucchiere nelle loro pozioni velenose.

Al giorno d’oggi se ne fa un grande uso in omeopatia, tanto è vero che la belladonna è uno dei principali policresti dell’omeopatia, ovvero uno dei principali rimedi aventi un’azione generale riequilibrante utilizzabili per curare varie patologie.

Il medicinale omeopatico a base di belladonna lo si ottiene dalle diluizioni, intervallate dalle dinamizzazioni, della tintura madre di tutta la pianta atropa belladonna, quando questa incomincia a fiorire.

 

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