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Appendicite: sintomi, diagnosi, trattamenti

Un’appendicite viene trattata nella maggior parte dei casi con un intervento chirurgico. Diversamente può portare ad una necrosi, o ad una cancrena, o ad una perforazione.

L’appendicite

L’appendicite è un’infiammazione acuta dell’appendice vermiforme che spesso causa un dolore addominale, un’anoressia ed un gonfiore.

La sua diagnosi – solitamente clinica – spesso viene completata da una tomografia computerizzata (TC) o da un’ecografia.

Il suo trattamento prevede normalmente una rimozione chirurgica. In Italia ogni anno si praticano all’incirca 55-60.000 interventi di appendicectomia. [1]

E’ più frequente nell’adolescenza fino ai 30 anni, ma può verificarsi a qualsiasi età. Se non viene trattata può portare a delle complicanze. Per esempio,

  1. ad una peritonite –  un’infiammazione che si verifica quando l’appendice si rompe si espande all’interno dell’addome. I sintomi della peritonite sono: la febbre, la nausea, un gonfiore accentuato dell’addome, il vomito,
  2. ad un ascesso appendicolare – ovvero ad un’infezione con raccolta di pus localizzata.

I sintomi

Il sintomo più comune dell’appendicite è un dolore addominale avente le seguenti caratteristiche:

  • inizia vicino all’ombelico, e poi si sposta più in basso a destra;
  • peggiora in poche ore;
  • peggiora quando ci si muove o si fanno dei respiri profondi, si tossisce, si starnutisce;
  • è molto forte, ed il dolore viene spesso descritto come molto diverso da qualsiasi dolore mai provato prima;
  • appare improvvisamente e può farci svegliare nella notte.

E’ il suo sintomo predominante. Gli altri suoi possibili sintomi possono essere,

  • una perdita di appetito,
  • la nausea,
  • il vomito,
  • una costipazione e diarrea,
  • l’impossibilità di emettere dei gas,
  • una febbre bassa (febbricola),
  • un gonfiore addominale,
  • l’impressione che il fatto di poter evacuare possa migliorare la sensazione di disagio.

Questi sintomi possono comunque variare da persona a persona. Possono anche assomigliare molto ai sintomi che compaiono nei casi,

  • di adesioni addominali (aderenze addominali),
  • di costipazione,
  • di un’infiammazione cronica dell’intestino, come ad esempio il morbo di Crohn e la colite ulcerosa i quali causano a nel lungo periodo delle irritazioni ed ulcere nel tratto intestinale,
  • un’ostruzione intestinale,
  • una malattia infiammatoria pelvica.

Le cause

apendicite

Un’appendicite può avere più di una causa. Può essere dovuta,

  • ad un blocco o ostruzione del lume appendicolare,
  • ad un ingrossamento del tessuto nella parete appendicolare dovuto ad un’infezione del tratto gastrointestinale o di un’altra regione del corpo,
  • a malattie infiammatorie croniche dell’intestino,
  • ad un’ostruzione da parte delle feci, o da parte di parassiti od altri corpi,
  • a dei traumi addominali.

Tuttavia molte volte non sono chiare le ragioni per cui compare.

Ad ogni modo, da quanto risulta non esiste nessun nesso tra dieta, prevenzione ed appendicite.​

Da ricordare

L’appendicite è un’emergenza medica che necessita di immediati provvedimenti.

Se pensi che tu o un tuo familiare possiate avere un’appendicite andate subito dal medico.

La diagnosi

Spesso i medici individuano la presenza di un’appendicite basandosi,

  • sui suoi sintomi,
  • sulla storia medica del soggetto interessato,
  • su di una “semplice” visita ambulatoriale.

Se ritiene che la sua diagnosi possa essere ragionevolmente fondata, il medico potrà chiedere un’ecografia ed un tomografia computerizzata, nota anche come tomografia assiale computerizzata o TAC.

A. la storia medica

Il medico porrà domande precise riguardo ai sintomi ed alla storia quanto alla salute in generale per poter escludere altre patologie. Per esempio, il medico potrebbe fare delle domande su,

  • quando è iniziato il dolore,
  • la posizione esatta e la gravità del dolore avvertiti,
  • quando sono comparsi gli altri sintomi di una possibile appendicite,
  • altre patologie precedenti ed altri interventi chirurgici,
  • i medicinali, gli alcolici o le droghe assunte.

B. l’esame fisico

Per diagnosticare correttamente un’appendicite il medico ha la necessità di sapere alcune cose circa il dolore addominale. Perciò applicherà una pressione su alcune aree dell’addome. Le risposte ai vari tocchi potrebbero indicare la presenza di un’appendicite. Queste pressioni solitamente consistono nella,

  • manovra di Rovsing – a livello della fossa iliaca sinistra,
  • manovra dello psoas – provoca dolore facendo estendere l’arto inferiore,
  • manovra dell’otturatore – una ruotazione interna con anca e ginocchio flessi,
  • tensione muscolare addominale,
  • segno di Blumberg – una manovra che il medico fa chiamata anche dolorabilità al rimbalzo,
  • esame rettale digitale,
  • esame pelvico.

C. gli esami di laboratorio

Gli esami di laboratorio servono al medico per avere una conferma della sua diagnosi o per trovare un’altra causa del dolore addominale. Gli esami possono essere i seguenti.

Esami del sangue  – Il sangue prelevato viene analizzato da un laboratorio. Dagli esami potrebbe emergere per esempio, una conta di globuli bianchi alta, il che sta ad indicare che un’infezione è in corso; l’esistenza di una disidratazione o di sbilanciamenti elettrolitici.

Analisi delle urine – Le analisi delle urine servono ad escludere l’esistenza di calcoli renali od infezioni nel tratto urinario.

Test di gravidanza – Per le donne potrebbero anche essere prescritti degli esami del sangue o delle urine per vedere che non siano incinte.

D. i test di imaging (diagnostica per immagini)

I test di imaging servono a confermare una diagnosi di appendicite, oppure a trovare altre possibili cause del dolore nell’addome.

E. le ecografie addominali

Per fare un’ecografia viene utilizzato uno strumento chiamato trasduttore che emette delle onde sonore (indolori e perfettamente sicure) verso gli organi interni. Queste onde vengono riflesse e ci mostrano la forma di questi organi interni.

Nell’ecografia addominale viene spalmato del gel sull’addome e un trasduttore viene movimentato sulla pelle. Questo esame può avvenire sia nello studio della struttura del medico o in ospedale senza la necessità di un’anestesia.

Un radiologo controlla le immagini ottenute, le quali potrebbero mostrare l’esistenza di:

  • un’ostruzione del lume appendicolare,
  • una rottura dell’appendice,
  • un’infiammazione,
  • o anche l’esistenza di altre cause del dolore addominale.

Di solito è l’ecografia il primo esame che viene prescritto per i bambini, per i giovani e per le donne incinte.

F. le risonanze magnetiche

La risonanza magnetica utilizza delle onde radio e dei magneti per mostrare immagini dettagliate degli organi e dei tessuti molli, senza utilizzare i raggi-x.

Questa procedura viene eseguita in uno studio apposito o in ospedale, dopodiché il radiologo controlla le immagini ottenute.

Il paziente non necessita di un’anestesia: a volte si può ricorrere a una lieve sedazione per via orale, in particolare per i bambini e per le persone che soffrono di claustrofobia.

Viene iniettato uno speciale colorante nel corpo, detto mezzo di contrasto. Nella maggior parte dei casi il paziente viene fatto stendere un tavolo che scorrerà dentro ad una struttura a forma di tunnel, che può essere aperta o chiusa.

Tramite una risonanza magnetica si può evidenziare l’esistenza di,

  • un’ostruzione del lume appendicolare,
  • una rottura dell’appendice,
  • un’infiammazione,
  • altre fonti di dolore addominale.

Quando si tratta di diagnosticare un’appendicite o altre cause di dolori addominali, il medico può utilizzare la risonanza magnetica come un’alternativa sicura e affidabile all’ecografia.

G. le TAC (tomografia assiale computerizzata)

La TAC utilizza i raggi X una tecnologia computerizzata per avere delle immagini.

  • Viene data alla persona una soluzione da bere e le viene iniettato un mezzo di contrasto.
  • Questa viene fatta quindi stendere su un tavolo che scorre all’interno di una struttura fatta a forma di tunnel, che emette raggi X.

La TAC viene eseguita solo in ospedale o in studi specializzati. Un radiologo esamina le immagini ottenute.

Per fare una TAC non c’è bisogno di un’anestesia: ma è possibile che i bambini vengano sedati per farli addormentare durante il test. Una TAC all’addome può rivelare i segni di infiammazione come:

  • un’appendice ingrossata o rotta,
  • un ascesso appendicolare,
  • un blocco del lume appendicolare.

Le donne in età fertile dovrebbero essere sottoposte a un test di gravidanza prima di fare una TAC e ciò perché le radiazioni possono essere pericolose per il feto che si sta sviluppando.

Gli interventi chirurgici (appendicectomia)

Solitamente un’appendicite viene trattata rimuovendo l’appendice chirurgicamente. Questo tipo di intervento viene eseguito in ospedale in anestesia totale.

Il alcuni casi meno gravi di appendicite, è possibile curarla solamente utilizzando degli antibiotici.

Il medico consiglia un’intervento chirurgico se il soggetto ha un dolore addominale continuo, febbre, segni di rottura dell’appendice ed un’ infezione.

Un tempestivo intervento diminuisce le possibilità che l’appendice si rompa.

Questo tipo di intervento viene definito appendicectomia. Il chirurgo può eseguire l’intervento utilizzando uno dei seguenti metodi:

  1. La chirurgia laparoscopica. Durante la chirurgia laparoscopica, i chirurghi usano diverse incisioni più piccole e degli speciali strumenti chirurgici che vengono inseriti nelle stesse per rimuovere l’appendice. La chirurgia laparoscopica porta ad un minor numero di complicazioni, come le infezioni ospedaliere, ed ha un tempo di recupero più breve.
  2. La laparotomia. I chirurghi usano la laparotomia per rimuovere l’appendice attraverso una singola incisione nella zona inferiore destra dell’addome.

Dopo un’intervento chirurgico la maggior parte delle persone guarisce completamente dall’appendicite: non occorre che apportino modifiche alla propria dieta, all’attività fisica o al proprio stile di vita.

Come unica prescrizione, solitamente viene raccomandato di limitare l’attività fisica per i primi 10-14 giorni dopo una laparotomia, e per i primi 3-5 giorni dopo la chirurgia laparoscopica.

Una domanda frequente

Cosa succede se il chirurgo trova che l’appendice é normale?

In alcuni casi, è possibile che il chirurgo si trovi di fronte un’appendice normale. In questo caso, molti decidono di rimuoverla comunque per eliminare la possibilità di avere problemi con un’appendicite in futuro.

A volte il chirurgo potrebbe rilevare l’esistenza di un problema diverso dall’appendicite e occuparsi di quello.

 

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