magnetoterapia

La magnetoterapia, a cosa serve, come agisce

La magnetoterapia oggi

La magnetoterapia oggi

La magnetoterapia, chiamata anche elettromagnetoterapia – che è cosa diversa dalla elettro-stimolazione, e con la quale non va perciò confusa – è una tecnica di fisioterapia che utilizza l’energia elettromagnetica per trattare determinate condizioni. Si pone a cavallo tra la medicina convenzionale e quella alternativa. 

Il Ministero della Salute consente di utilizzare apparecchiature di elettromagnetoterapia a bassa frequenza negli ospedali, nei centri di riabilitazione e di recupero funzionale, e pure in ambito domiciliare, in quanto si rivelano efficaci in molte patologie.

Oggi la magnetoterapia è conosciuta ed applicata in tutto il mondo, al punto tale da aver generato un indotto complessivo di quasi cinque miliardi di dollari. Purtroppo, tanti soldi hanno attirato l’attenzione anche di aziende che tendono ad approfittarsi di chi è alla ricerca di soluzioni ai propri problemi diffondendo ardite teorie e commercializzando dispositivi che non hanno alcuna utilità. Per fortuna però, ci sono anche ditte serie ed affidabili che commercializzano una vasta gamma di validi apparecchi per fare efficaci trattamenti coi campi magnetici.

In cosa consiste

In cosa consiste

La magnetoterapia – la quale, è bene chiarire, non comporta interventi invasivi di nessuna genere  – si basa sul presupposto che ogni cambiamento emotivo e fisico negli esseri umani derivi dall’interazione del loro corpo con la terra – entrambi, corpo e terra – fonti naturali di campi magnetici.

Secondo i sostenitori della magnetoterapia, una condizione di buona salute può essere mantenuta solo quando il campo elettromagnetico delle persone sono in equilibrio.

La magnetoterapia dagli antichi greci ai giorni nostri:

  • Già nell’Antica Grecia c’era la convinzione che i magneti possano avere benefici effetti sulla salute.
  • Nello stesso periodo, molti medici cinesi iniziavano a documentare gli effetti salutistici del campo magnetico terrestre sulla salute umana, in particolare in alcune malattie.
  • Poi nel medioevo Paracelso ha diffuso l’uso della calamita nella medicina occidentale.
  • Nel secolo XVIII, la magnetoterapia tornava in auge con la dottrina Mesmer o teoria del magnetismo-animale: tuttavia, dopo alcuni anni di vasta popolarità e di enorme successo questa nuova tecnica andò lentamente declinando.
  • Oggi possiamo fare dei trattamenti di magnetoterapia in quasi tutti gli ambulatori di riabilitazione, ma anche a casa nostra.

Vediamo quali sono attualmente i principali impieghi per cui questa tecnica magnetoterapica è indicata.

I trattamenti per cui è utile

Trattamenti per i quali è indicata la magnetoterapia

Gli studi scientifici sugli effetti benefici della magnetoterapia hanno messo in evidenza che – da sola – non può costituire una cura risolutiva.

Però, combinata con altre terapie, può dimezzare i tempi di recupero in caso d’infortuni o di altri problema fisici soprattutto quando sono lunghi. Naturalmente anche la magnetoterapia va fatta seguendo i consigli del medico.

Oggi viene utilizzata per trattare molti sintomi e molte condizioni.

Cartilagini, ossa, articolazioni (sistema scheletrico)

Recenti ricerche hanno dimostrato che la magnetoterapia è in grado di dimezzare i tempi di guarigione relativamente a patologie a carico del sistema scheletrico e di stimolare la guarigione di fratture lente a guarire. Per questi trattamenti non è necessaria l’ospedalizzazione in quanto possono essere fatti a livello ambulatoriale o domestico.

Con una densitometria ossea si dovrebbero poter apprezzare risultati oggettivi già dopo una ventina di sedute di magnetoterapia. In ancora minor tempo si dovrebbero notare miglioramenti soggettivi a livello dell’infiammazione e del dolore percepito [1].

Massimo Manara, un medico sportivo che utilizza da tempo la magnetoterapia pulsata, sostiene che «la terapia toglie il dolore e i pazienti riescono a fare riabilitazione meglio, esercitandosi di più: per questo, i tempi di recupero possono accorciarsi». [2]

Artrosi

Marco D’ Imporzano presidente della Società italiana di ortopedia e traumatologia, ha avuto modo di precisare che «la terapia può avere un’azione antinfiammatoria e stimolare la crescita della cartilagine, ma non la ricostruisce: può accelerare la guarigione in lesioni iniziali, dopo trapianti di cartilagine o in caso di ricostruzione di tendini o legamenti. Inoltre gli studi sono incoraggianti, ma sono ancora pochi». [2]

Sulla stessa linea Piero Volpi, responsabile del Centro di traumatologia dello sport e di chirurgia artroscopica dell’Istituto ortopedico Galeazzi di Milano: «la magnetoterapia può essere utile anche in chi non ha subito un intervento alle articolazioni. Ma il fatto che rallenti i processi degenerativi della cartilagine è da dimostrare: occorrono prove, peraltro non semplici da ottenere».

Emicrania

Alcuni studi condotti nel 2007 avevano analizzato l’efficacia della terapia magnetica nel ridurre l’emicrania. Dai risultati era emerso che l’uso di un dispositivo palmare che generi dei campi elettromagnetici pulsati può ridurre l’intensità, la durata e la frequenza delle emicranie e di alcuni tipi di mal di testa. Tuttavia, l’efficacia di questa tecnica in questo campo dovrebbe essere meglio valutata con una sperimentazione clinica più valida.

Dolori post-operatori e dolori cronici

I risultati di una sperimentazione conclusasi nel 2000 condotta dal primario del reparto di reumatologia dell’ Ospedale S. Camillo-Forlanini di Roma, il prof. Francesco Porzio su 60 pazienti – 30 con cervicalgie e 30 con disturbi lombo-sacrali – avevano confermato che l’utilizzo di campi prodotti per mezzo di fasce e di cinture di plastoferrite (un materiale inerte e flessibile che viene magnetizzato) è in grado di produrre un effetto antalgico utile ad affiancare la terapia farmacologia tradizionale e, talvolta a sostituirla. [3]

Tendini e legamenti

Grazie al suo processo di ripolarizzazione, nel giro di poche sedute la magnetoterapia garantisce il superamento di lesioni ai tendini ed ai legamenti.[13]

Ictus

Uno studio condotto nel 2004, aveva rilevato che una stimolazione magnetica transcranica ripetitiva in alcuni pazienti con l’ictus, aveva contribuito ad accelerare il loro recupero.

Depressione

L’elettro-stimolazione transcranica (altrimenti detta TMS, Transcranial Magnetic Stimulation) risulta efficace nel 30% / 50% dei casi di depressioni resistenti. [4]

Morbo di Parkinson

La stimolazione cerebrale funziona bene relativamente ai disturbi legati ai movimenti. Ed é per questo motivo che la stimolazione magnetica transcranica (TMS) potrebbe sostituire la DBS (Deep Brain Stimulation/Stimolazione Cerebrale profonda) nella cura del morbo di Parkinson.

La stimolazione magnetica transcranica grazie ad una bobina posta sulla superficie della testa ci permette di stimolare zone precise del cervello, inviando loro un impulso magnetico attraverso il cranio. I campi magnetici generati inducono un campo elettrico il quale modifica l’attività dei neuroni situati in prossimità.[5, 6, 7, 8, 9, 10]

Incontinenza

Diversi studi – condotti principalmente su delle donne, ma anche su degli uomini dopo la rimozione della prostata – hanno dimostrato che i campi elettromagnetici producono effetti utili nel trattamento dell’incontinenza urinaria da sforzo (per es. una perdita di urina quando si tossisce).

Anche se in tale contesto non sono unanimi le valutazioni in ordine a questi dati e sono necessari quindi ulteriori studi prima avere delle certezze sull’efficacia dei campi elettromagnetici pulsati , i risultati sembrano essere promettenti: la magnetoterapia potrebbe essere considerata un’ alternativa ai metodi convenzionali quando questi non sortiscono buoni effetti.

Va da se, che in questi casi è molto importante consultarsi con un urologo, perché le cause di un’ incontinenza urinaria possono essere molteplici.

Altri suoi effetti benefici

Altri effetti benefici della magnetoterapia sono legati,

  • all’aumento del flusso di sangue nei capillari;
  • alla diminuzione ad all’allontanamento dai tessuti delle vampate di acido lattico e delle altre sostanze infiammatorie che così attenuano i dolori e le infiammazioni;
  • al fatto che i dispositivi magnetici possono influenzare fortemente la produzione di alcuni ormoni delle ghiandole endocrine, stimolando e favorendo l’attività enzimatica e gli altri processi fisiologici correlati alla guarigione delle fratture.

La magnetoterapia a bassa frequenza non influisce sulla (vera e propria) produzione di insulina, ma può favorire la rigenerazione di un pancreas parzialmente funzionante. [14]

Le diverse forme di magnmetoterapia

Le diverse forme di magnetoterapia

In relazione alle diverse sorgenti del campo magnetico, ci sono diverse forme di magnetoterapia:

  • la magnetoterapia stabile, il cui campo elettromagnetico è stabile;
  • la magnetoterapia pulsata o a bassa frequenza variabile;
  • la magnetoterapia a radiofrequenza o ad alta frequenza.

Vediamo allora per quali trattamenti vengono utilizzati questi diversi campi elettromagnetici e quanto possano essere più o meno utili.

Campi magnetici statici o permanenti

Quando il campo elettromagnetico è stabile, è a dir poco ottimistico pensare che applicato alla parte malata un magnete “statico” possa interagire con essa nel miglior modo possibile. La magnetoterapia statica deve perciò ritenersi al di fuori dell’arte medica. [11]

Campi magnetici pulsati a bassa frequenza variabile

Nella magnetoterapia a bassa frequenza variabile, la frequenza del campo magnetico varia tra i 10 ed i 200 Hz (cicli al secondo), e la densità di flusso varia da 50 a 300 gauss. La magnetoterapia a bassa frequenza viene utilizzata principalmente nella ricostruzione ossea a seguito di fratture, o per combattere l’osteoporosi.

Campi magnetici a radiofrequenza o ad alta frequenza

Nella magnetoterapia a radiofrequenza o ad alta frequenza, la frequenza varia dai 18 ai 900 MHz. La magnetoterapia ad alta frequenza, chiamata anche elettromagnetoterapia a campi pulsati, viene utilizzata per scopi analgesici, anti dolorifici in generale, ed in molte patologie circolatorie o del ricambio metabolico cellulare. Per queste sue caratteristiche, la magnetoterapia ad alta frequenza è utilizzata per combattere diverse patologie: nevralgie, cefalee, emicranie, artrosi, sinusiti, vertigini e cervicale.

Nei due secondi casi – ovvero nella magnetoterapia pulsata e in quella a radiofrequenza – l’apparecchio dev’essere collegato ad una sorgente elettrica.

I dispositivi a bassa ed ad alta frequenza

Di solito i dispositivi per la magnetoterapia a bassa frequenza e quelli ad alta frequenza, sono venduti sotto forma di piccoli dispositivi portatili e vengono utilizzati sotto il controllo medico. Sono progettati per essere comodamente indossati e per essere adatti ai più comuni tipi di impiego.

Un dispositivo tipico è costituito da due o tre solenoidi (il solenoide, è la bobina di filo conduttore avvolto a spirale, molto stretta su un supporto a forma di cilindro o toro, che genera un campo magnetico quando è percorsa da corrente elettrica.) che, inseriti all’interno di fasce elastiche regolabili, permettono di essere utilizzati nella maggior parte delle zone periferiche del corpo (braccia, gambe, mani…).

In commercio esistono tuttavia anche dei particolari tappeti e materassini con diversi solenoidi al loro interno, che consentono l’emissione del campo magnetico su superfici più vaste del corpo.

Per quelle applicazioni che necessitino invece di alte intensità terapeutiche, esistono dei solenoidi indipendenti e fisicamente più grandi: questi garantiscono un trattamento ad alta intensità a contatto con la parte da trattare evitando però il surriscaldamento a cui sarebbero soggetti i dispositivi applicatori con avvolgimenti più piccoli.

Intensità / frequenza campi magnetici

L’intensità e la frequenza dei campi di forza (nella magnetoterapia)

Un campo magnetico è un campo di forza attorno ad un oggetto (detto sorgente) dove agiscono delle particolari forze. Queste forze possono essere generate,

  • da un magnete,
  • da una corrente elettrica,
  • o da un campo elettrico che varia nel tempo.

Un campo magnetico è caratterizzato da due misure fondamentali:

  1. l’intensità –  L’unità di misura del campo magnetico, nel sistema internazionale, è l’oersted, ma spesso si parla anche di Gauss (G) e Tesla. ll campo magnetico prodotto da una corrente continua o da un magnete è costante nel tempo, e si dice campo magnetostatico. Il campo magnetico prodotto da una corrente alternata varia sinusoidalmente nel tempo, e si dice campo magnetico alternato.
  2. la frequenza – La frequenza di un campo elettromagnetico (misurata in hertz, simbolo Hz), indica quante volte l’onda sinusoidale (che è la forma che rappresenta l’andamento nel tempo del campo stessi) si ripete ogni secondo.

Nota bene: la frequenza non è un’indicazione di intensità.

magnetoterapia
La fisica alla base della magnetoterapia: campo magnetico statico
magnetoterapia
La fisica alla base della magnetoterapia: campo magnetico sinusoidale

Nei paragrafi seguenti parliamo di utilizzi, di controindicazioni e di critiche alla magnetoterapia.

Controindicazioni alla magnetoterapia

Controindicazioni ai trattamenti di magnetoterapia

A differenza dei medicinali che devono essere opportunamente dosati e assunti ad intervalli regolari per non provocare danni all’organismo – l’utilizzo di apparecchi per la magnetoterapia ha pochissime controindicazioni: pertanto, anche se si dovesse esagerare quanto ai tempi del suo utilizzo non si hanno normalmente degli inconvenienti.

Ancorché non siano stati rilevati degli effetti collaterali, la magnetoterapia viene sconsigliata ai bambini piccoli ed alle donne in gravidanza. Anche i soggetti col pacemaker o con altri dispositivi elettronici, dovrebbero evitare di fare dei trattamenti con questi apparecchi, in quanto i campi magnetici possono influenzare le funzioni dei loro dispositivi medici.

Questa cura viene anche sconsigliata alle persone con malattie tumorali, ed a coloro che soffrono di,

  • insufficienza coronarica,
  • sindromi endocrine e tubercolosi,
  • disturbi ematologici,
  • problemi vascolari,
  • alterazioni funzionali organiche, psicopatologiche,
  • alcune malattie infettive,
  • micosi, epilessia,
  • iperfunzione tiroidea. [12]

E’ necessaria una maggiore precauzione in gravidanza, anche se in questa condizione non sono mai stati riscontrati degli effetti negativi.

In caso di sanguinamenti di qualsiasi tipo, è bene fermare subito la terapia: il campo magnetico favorisce la micro-circolazione sanguigna nei tessuti, e ciò potrebbe aumentare il sanguinamento delle ferite aperte. Si può rincominciare ad applicare la magnetoterapia ad impulso solo in fase di convalescenza avanzata, ovvero quando l’emorragia si é già fermata.

Avvertenze

Avvertenza circa i trattamenti di magnetoterapia

In caso della comparsa di un dolore di origine ignota, ti consiglio di farti visitare dal tuo medico. L’utilizzo di magneti deve essere valutato da un medico,

  • se ti è stato diagnosticato un tumore,
  • oppure se segui la radioterapia o la terapia neoadiuvante (una chemioterapia attuata prima dei quella chirurgia o della radioterapia per ridurre le dimensioni del tumore e facilitarne l’asportazione).

Nel periodo delle mestruazioni, la magnetoterapia ad impulsi può essere utilizzata normalmente con l’eccezione della zona del bacino.

L’impulso della magnetoterapia non è da applicare sulla testa nel caso si fosse affetti da dei disturbi neurologici parossistici come l’epilessia.

A chi soffre di una pressione sanguigna estremamente bassa, è consigliata presenza di una terza persona durante la terapia.

Non è il caso di affiancare questo tipo di terapia alla radioterapia. La magnetoterapia é invece possibile in combinazione con la fototerapia o la terapia laser.

E’ consigliabile il parere di un medico nel caso la si volesse applicare su di un bambino soffrente di diabete.

Numero e tempi dei trattamenti

Numero di applicazioni e tempistiche dei trattamenti

Il numero ed il tempo delle applicazioni può variare da soggetto a soggetto a seconda dell’intensità del dolore e dalla tipologia della eventuale lesione: i trattamenti relativi vanno quindi concordati con lo specialista fisiatra / neurologo.

In ogni caso, occorrono sempre applicazioni multiple (ad esempio, 40 applicazioni per rigenerare una frattura ossea). Un trattamento di magnetoterapia dovrebbe prevedere,

  • singole sedute della durata fra i 30 ed i 90 minuti;
  • l’utilizzo delle frequenze massime del range prescelto –  bassa frequenza o altra frequenza, a seconda della terapia – sempre naturalmente che si avvertano particolari fastidi.

Poiché la magnetoterapia (al più) dimezza i tempi di guarigione, è consigliabile il suo utilizzo solo per le patologie di una certa gravità e con prognosi piuttosto lunghe.

I moderni apparecchi per la magnetoterapia portatili lasciano libertà di movimenti. Questo è un grande vantaggio perché – a seconda dei casi – l’apparecchio va indossato per 4 – 6  ore, o perfino per 8 ore al giorno, e perché occorrono almeno 30 – 40 giorni per arrivare ad un risultato. Chi non può dedicare diverse ore al giorno al trattamento non deve far conto di ottenere degli apprezzabili benefici al riguardo.

Criticità circa l’efficacia di alcuni apparecchi

Le criticità relativamente all’efficacia di alcuni apparecchi per la magnetoterapia

Dal momento che alcuni disinvolti venditori di apparecchi di magnetoterapia promuovono i loro prodotti basandosi sulle considerazioni pseudoscientifiche della «New Age» , è quindi necessario prestare attenzione quando si vuole acquistare un apparecchio: questi «disinvolti» venditori, hanno sicuramente danneggiato l’immagine della magnetoterapia, in Italia e nel mondo.

Per avere informazioni e per acquistare questi apparecchi è bene affidarsi a ditte conosciute, a quelle che producono o commercializzano affidabili prodotti da anni, e che hanno un buon nome da tutelare.

Ciò premesso, le maggiori critiche che investono la magnetoterapia dipendono dal fatto che:

  • i magneti che normalmente vengono usati producono un insufficiente campo magnetico, così da non poter avere alcun effetto sui muscoli, sul sangue, sulle ossa o su altri organi;
  • non vi è alcuna evidenza scientifica circa quanto affermano alcuni produttori di apparecchi per magnetoterapia, e cioè che il campo magnetico aiuti a far circolare il sangue interagendo col ferro contenuto nell’emoglobina;
  • non ci sono evidenze scientifiche che dimostrino che i magneti siano in grado di «restaurare la bilancia dell’energia elettromagnetica» del corpo umano;
  • molti siti che promuovono online la magnetoterapia appartengono a persone o ad aziende che traggono dei profitti dalla vendita di prodotti magnetoterapici.

Comunque, uno studio randomizzato (uno studio in cui le diverse opzioni terapeutiche vengono assegnate in modo casuale), condotto dall’Energy Medicine Developments, Inc. e pubblicato nel 2003 in Alternative Therapies in Health and Medicine (rivista medica sui trattamenti medici alternativi), sostiene che l’elettromagnetismo ha «piccoli» effetti benefici in pazienti con sclerosi multipla, anche se gli stessi autori segnalano che questi risultati hanno la necessità di essere replicati per essere presi in considerazione.

Apparecchi per magnetoterapia

Apparecchi per magnetoterapia

A beneficio di chi fosse interessato ecco offerte online di alcuni dispositivi per la magnatoterapia che ci sembrano interessanti.

Per concludere

Per concludere

Sembra essere diffusa l’opinione che la magnetoterapia (con le limitazioni viste sopra) non abbia in genere degli effetti collaterali e che, se ben utilizzata, possa portare benefici in molti campi.

Restano tuttavia ancora da chiarire alcuni dei risultati che paiono ancora contraddittori delle sue applicazioni: quest’ultimo aspetto, mette in evidenza la necessità di una ricerca scientifica più ampia che vada a confermare od a confutare certe credenza circa questa terapia.

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