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I vari tipi di studi clinici

Gli studi clinici possono (in linea generale) essere sinteticamente definiti come sperimenti rigorosamente controllati. Ecco una rassegna dei loro possibili diversi tipi.

Studio clinico: le norme di riferimento

Uno studio clinico – un’espressione questa utilizzata in diversi contesti e talvolta con diversi significati –  in linea di massima può essere definito come uno esperimento rigorosamente controllato volto a valutare l’efficacia terapeutica di una sostanza somministrata o applicata sull’uomo o sugli animali.

Nei paesi della Comunità europea  le norme di riferimento in materia di sperimentazione clinica dei medicinali per uso umano sono contenute nel Regolamento (UE) n. 536/2014 del 16 Aprile 2014 del Parlamento europeo e del Consiglio del 16 aprile 2014 che abroga la direttiva 2001/20/CE.

In Italia la normativa di riferimento per la sperimentazione clinica è contenuta in diverse leggi ed in diversi regolamenti: in particolare nelle leggi n. 648 del 1996 e n. 326 del 2003; nel Decreto ministeriale 8 Maggio 2003 modificato dal Decreto ministeriale 7 novembre 2008 (Farmaci ad uso compassionevole); nella legge n. 94 del 1998; nel Decreto ministeriale 18 maggio 2001, n. 279 (Malattie rare) (vedi la normativa di riferimento)

Le norme di legge disciplinano il linea generale la materia fissando dei paletti all’interno dei quali è possibile operare. La scelta tra le diverse metodologie di studi clinici dipende invece da molti fattori. Anche da differenti modalità di esecuzione.

Ai non addetti ai lavori può essere difficile districarsi tra i vari tipi di studi clinici: controllati, non controllati, randomizzati, ecc.. Vediamo allora di riassumere brevemente quali sono le principali caratteristiche dei principali tipi.

Studio clinico e “valutazione tra pari”

Lo studio clinico è un esperimento rigorosamente controllato ed eticamente progettato, nel quale i soggetti che vi partecipano vengono assegnati alle diverse modalità di intervento in modo simultaneo (nello stesso lasso di tempo), in maniera aleatoria (non deterministica) e nel contempo vengono supervisionati in modo simultaneo.

La distribuzione aleatoria è il metodo migliore per determinare che in tutte le loro caratteristiche i gruppi formati siano comparabili: naturalmente fatta eccezione per l’intervento che ricevono.

Per comprovare delle ipotesi, uno studio clinico è il metodo epidemiologico più rigoroso.

Il processo di revisione paritaria

Nell’ambito della ricerca scientifica, la” valutazione tra pari” (chiamata anche revisione dei “pari”, oppure revisione paritaria, ma più conosciuta con l’espressione inglese «peer review») indica quel procedimento di selezione degli articoli scientifici/dei progetti di ricerca, fatto attraverso le valutazioni degli specialisti del settore per verificarne l’idoneità alla loro pubblicazione su riviste specializzate o, nel caso di progetti al finanziamento degli stessi.

Studio clinico controllato randomizzato

Lo studio clinico controllato randomizzato è uno studio prospettico, in cui una sperimentazione viene condotta parallelamente in due diversi gruppi, ed in cui i risultati vengono analizzati alla fine dello studio.

Solo un gruppo riceve il trattamento oggetto dello studio: l’altro gruppo – quello di controllo – riceve un trattamento diverso o nessun trattamento. L’assegnazione del trattamento ad uno dei due gruppi avviene in modo casuale (random).

Questa randomizzazione aumenta la probabilità che le (possibili) altre variabili non considerate si distribuiscano in maniera uniforme nel gruppo sperimentale e in quello di controllo.

In questo modo possono essere attribuite al trattamento le differenze rilevate all’esito dello studio tra i due gruppi.

Studio clinico aperto

In contrapposizione allo studio clinico controllato, lo studio clinico aperto è senza un gruppo di controllo.

In contrapposizione allo studio clinico a singolo cieco o a doppio cieco, può essere anche uno studio senza mascheramento.

Studio clinico a singolo cieco

In uno studio clinico a singolo cieco il soggetto – ma non l’operatore – ignora quale dei due possibili trattamenti riceve.

Studio clinico a doppio cieco

Nello studio clinico a doppio cieco sia il soggetto sia l’osservatore ignorano il trattamento somministrato.

Studio clinico incrociato

E’ uno studio clinico nel quale ogni individuo riceve in modo sequenziale i trattamenti sottoposti a studio.

Studio clinico di n = 1

Si tratta di uno studio nel quale tutta la popolazione si limita a un paziente, e nel quale l’ordine di somministrazione dei trattamenti comparati si determina in modo aleatorio.

Studio clinico esplicativo

Si tratta di uno studio il cui obiettivo fondamentalmente è quello di acquisire conoscenze scientifiche e spiegazioni biologiche sull’efficacia di un trattamento.

Si realizza solitamente nelle prime fasi dello sviluppo di un farmaco, con criteri di inclusione restrittivi, al fine di ottenere un campione di partecipanti omogeneo, rappresentativo solamente di determinati sottogruppi di popolazione di grandezza limitata.

Studio clinico unicentrico

Si tratta di uno studio realizzato da un solo ricercatore o da un gruppo di ricercatori in un centro ospedaliero o extra ospedaliero.

Studio clinico multicentrico

E uno studio realizzato in 2 o più centri ospedalieri, con un protocollo identico e con un coordinatore che s’incarica dell’elaborazione di tutti i dati e dell’analisi dei risultati.

Studio clinico parallelo

In questo studio clinico ogni gruppo di pazienti riceve simultaneamente un solo trattamento.

Studio clinico sequenziale

E’ uno studio clinico nel quale, le osservazioni si valutano mano a mano che si verificano ed il numero totale di partecipanti non è predeterminato, ma dipende dai risultati accumulati. I soggetti del gruppo sperimentale e del gruppo controllo si dispongono in pari:

  • uno che riceve il trattamento sperimentale,
  • uno che riceve quello di riferimento,
  • poi si esaminano e si sommano i risultati ottenuti fino al momento.

Studio clinico comunitario

Studio clinico nel quale – al posto di individui – gli elementi assegnati in modo aleatorio sono delle comunità persone o delle popolazioni.

Di solito lo si utilizza quando si vuole valutare l’impatto di un determinato intervento su di una comunità di persone: per esempio della fluorizzazione delle acque (nel qual caso si aleatorizzano le popolazioni). Oppure quando si desidera evitare la contaminazione di un gruppo di persone da parte di un altro gruppo: ad esempio nella somministrazione periodica di vitamina A a bimbi malnutriti nei paesi in via di sviluppo).

Studio clinico pilota

Si tratta dell’applicazione iniziale di un protocollo di studio su piccola scala al fine di verificare se il progetto è adeguato, di stabilirne la fattibilità, di avere informazioni che permettano di determinare la grandezza del campione dello studio definitivo.

Studio clinico descrittivo

Studio finalizzato unicamente alla descrizione della distribuzione di certe variabili, senza occuparsi dell’associazione tra queste.

Studio clinico osservazionale

Studio epidemiologico analitico nel quale il ricercatore non determina l’assegnazione ad un determinato gruppo dei soggetti, ma si limita a registrare (osservare) quello che avviene nella realtà. Gli obiettivi dello studio osservazionale generalmente sono quelli,

  • d’identificare fattori di rischio per una malattia,
  • di stimare l’effetto della malattia,
  • quindi di dedurre le possibili strategie d’intervento.

Studio clinico sperimentale

In questo caso il ricercatore manipola le condizioni di ricerca, e distribuisce i gruppi in modo aleatorio. L’obiettivo degli studi sperimentali è stimare l’efficacia di un intervento preventivo di cura o di riabilitazione.

I gruppi che vengono comparati, quanto a caratteristiche che possono influire sulle risposte, sono simili ad eccezione della valutazione di ciò che si sta valutando.

Gli interventi attivi di gruppi di paragone sono finalizzati alla stima delle possibili relazioni tra costi/benefici del nuovo trattamento in una situazione concreta. Il gruppo di controllo, quando segue la propria evoluzione può non essere trattato oppure trattato con altri mezzi, e così si compara la sua evoluzione rispetto all’altro intervento.

Studio clinico trasversale

Gli studi clinici trasversali consistono nell’esaminare in una popolazione definita in un lasso di tempo determinato le relazioni esistenti tra le differenti variabili. Gli studi trasversali, per definizione sono descrittivi. L’analisi dei risultati si può fare in due modi:

  • per comparazione di tutte le variabili negli individui che soffrono la malattia di interesse con quelli che non la soffrono,
  • oppure per comparazione della prevalenza della malattia in differenti sottogruppi della popolazione.

Studio clinico longitudinale

Sono longitudinali gli studi nei quali esiste un lasso di tempo tra le distinte variabili, in modo che tra le stesse variabili si possa stabilire una relazione temporale. Possono essere studi:

  • descrittivi. Si considera descrittivo ogni studio focalizzato su una presunta relazione causa-effetto, ma i cui dati siano usati a fini puramente descrittivi.
  • analitici. Si considera analitico ogni studio che valuta una presunta relazione causa-effetto. Negli studi analitici si deve considerare se la sequenza temporale è dalla causa alla soluzione (studi sperimentali e studi di corte), oppure dalla risoluzione alla causa (studi di caso e controllo).

Studio di fattibilità

E’ uno studio preliminare il cui obiettivo è di determinare se un programma, un procedimento o un protocollo di studio sia praticabile, così come di conoscere i dati che permettano di determinare la grandezza del campione di uno studio definitivo.

Studio incrociato

Negli studi clinici ed in quelli di coorte, si ha il passaggio ad un altro gruppo di soggetti che all’inizio dell’osservazione appartenevano ad un determinato gruppo.  In entrambi i tipi di progettazione, lo studio incrociato è la causa di una sotto stima delle eventuali differenze tra i gruppi comparati.

Studio analitico

Si tratta di uno studio progettato per esaminare delle associazioni ed il cui obiettivo finale è (di solito) identificare o misurare gli effetti dei fattori di rischio o di interventi specifici sulla salute.

Gli studi analitici possono essere studi clinici controllati, studi di coorte, studi di casi e controlli, o studi trasversali.

Studio prospettico

E’ uno studio nel quale i pazienti vengono inclusi a partire dal momento in cui si decide il suo inizio.

Studio retrospettivo

Studio nel quale i dati raccolti si riferiscono ad eventi che si sono già verificati.

Studio di casi e controlli

Questo tipo di studio identifica alcune persone con una malattia (o altre variabili d’interesse) e le paragona ad un gruppo di controllo appropriato che non presenti tale patologia.

Si fanno dei paragoni e si esamina la frequenza di esposizione a questo o altri fattori.

È uno studio osservazionale analitico che permette di studiare le relazioni causa-effetto. Se, rispetto ai controlli la frequenza di esposizione, o la causa, è maggiore nel gruppo dei casi delle malattie possiamo affermare che esiste una associazione tra la causa e l’effetto.

La misura di associazione che quantifica l’associazione è chiamata “odds ratio” (OR).

Uno studio di casi e controlli in medicina è uno studio di tipo trasversale che viene utilizzato per studiare l’eziologia di una malattia o di un determinato risultato.

Studio di coorte

Il termine coorte deriva dal latino cohors che stava ad indicare una compagnia di soldati dell’antica Roma.

La parola coorte la si utilizza per designare un gruppo di soggetti con una caratteristica (o un insieme di caratteristiche) in comune che sono monitorate nel tempo. Esistono studi di coorte prospettici e retrospettivi.

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