La troponina è una proteina presente nelle cellule cardiache e scheletriche. Quando il cuore subisce un danno, (come accade durante un infarto, ad esempio) la troponina viene rilasciata nel flusso sanguigno. Di conseguenza, in cardiologia, la troponina è un utilissimo (ed utilizzatissimo) marcatore diagnostico: i test della troponina possono aiutare a identificare il danno cardiaco, valutare il rischio di eventi avversi e guidare le decisioni terapeutiche. Tuttavia, è importante interpretare i risultati nel contesto clinico del paziente e considerare potenziali fattori di interferenza.
Tipi
Esistono tre tipi principali di troponine:
- Troponina T ad alta sensibilità – cTnT (implicata nella contrazione muscolare). È un indicatore affidabile di lesione del muscolo cardiaco. Simile alla cTnI, la cTnT si trova unicamente nel cuore e il suo rilascio nel sangue segnala una lesione miocardica. Il dosaggio del cTnT è ampiamente usato nella pratica clinica per il giudizio diagnostico rapido di pazienti con sospetto infarto miocardico.
- Troponina I ad alta sensibilità – cTnI (subunità inibitoria)
- Troponina convenzionale C – cTnT (ha la funzione di legare il calcio). È un marcatore di danno al muscolo cardiaco. È specifico del miocardio, ovvero non si trova in altri tessuti del corpo. I livelli di cTnI aumentano in caso di infarto e rimangono elevati per un periodo prolungato, consentendo di identificare infarti anche a distanza dall’evento. La loro misurazione è pertanto cruciale per una diagnosi tempestiva e accurata.
La troponina ad alta sensibilità è particolarmente utile per rilevare livelli bassi di troponina che potrebbero essere persi dai test convenzionali.
Una una persona presenta valori aumentati di troponina, ciò indica che ci potrebbe essere un danno al muscolo cardiaco. I medici prendono molto seriamente questi risultati e li usano insieme ad altri segni e sintomi per diagnosticare un infarto. Dopo un sospetto infarto, i test della troponina vengono solitamente eseguiti più volte nel corso di alcune ore per monitorare qualsiasi cambiamento. Altre condizioni possono causare l’innalzamento dei valori di troponina, come insufficienza cardiaca, miocardite o persino stress fisico estremo come una maratona.
Unità di misura
I valori di troponina nel sangue sono forniti in nanogrammi per millilitro (ng/mL) o litro (ng/L), oppure per picogrammi per millilitro (pg/mL) o litro (pg/L),
Valori normali, cause di aumento e limitazioni
Diversi laboratori utilizzano intervalli normali leggermente diversi e i risultati possono variare a seconda del tipo di test della troponina eseguito. Ad esempio, il Gruppo CDC indica, come valori normali per la Troponina I ad alta sensibilità:
- Femmine 15.6 pg/ml
- Maschi 34.2 pg/ml
Stratificaz. rischio in pazienti asintomatici:
- Maschi <6 pg/ml Rischio basso
- Femmine <4 pg/ml Rischio basso
- Maschi 6 – 12 pg/ml Rischio moderato
- Femmine 4 – 10 pg/ml Rischio moderato
- Maschi >12 pg/ml Rischio elevato
- Femmine >10 pg/ml Rischio elevato
Le cause più comuni di aumento dei livelli di troponina sono:
- infarto miocardico (attacco cardiaco)
- angina instabile
- miocardite (infiammazione del muscolo cardiaco)
- pericardite (infiammazione del sacco che circonda il cuore)
- insufficienza cardiaca
- traumi cardiaci
- chirurgia cardiaca
L’interpretazione dei risultati dei test della troponina deve considerare il contesto clinico del paziente. Fattori come la storia clinica, i sintomi e altri esami diagnostici possono aiutare a determinare la causa sottostante dei livelli elevati di troponina. Ma i livelli di troponina possono essere influenzati da altri fattori oltre al danno cardiaco, come:
- Malattie renali
- Insufficienza epatica
- Danno muscolare scheletrico
- Età
- Sesso
Pertanto è essenziale considerare questi fattori nell’interpretazione dei risultati dei test della troponina.
Usi Clinici
I test della troponina hanno numerosi usi clinici, tra cui:
- Diagnosi di infarto miocardico
- Valutazione del rischio di eventi cardiaci
- Monitoraggio della risposta al trattamento
- Prognosi nelle malattie cardiache
Livelli ematici alti di troponina sono, generalmente, il principale indicatore di un danno a carico del miocardio. Maggiore è la concentrazione di questa proteina, più grave è il danno.
Troponina in caso di infarto miocardico
L’incremento dei livelli di troponina avviene nelle prime tre o quattro ore di distanza dall’evento dopodiché la concentrazione si stabilizza e rimane tale per circa un paio di settimane. La diagnosi di infarto, in ogni caso, va corroborata dai risultati di esami strumentali come l’elettrocardiogramma (Ecg).
La misurazione dei livelli di troponina è fondamentale per diagnosticare un infarto miocardico. Si realizza attraverso un esame del sangue che può essere eseguito in un laboratorio o in ambiente ospedaliero.
Tempistica della Raccolta:
- Primo prelievo: subito al momento della presentazione del paziente con sintomi
- Secondo prelievo: entro 3-6 ore dal primo, in base ai protocolli dell’ospedale
- Successivi prelievi: possono essere richiesti per monitorare l’andamento
Metodologia di analisi:
- Si utilizzano test quantitativi per misurare con precisione la concentrazione di troponina nel sangue.
- I test ad alta sensibilità (hs-cTn) sono preferiti perché possono rilevare anche piccole variazioni nel livello di troponina molto prima.
La troponina nel sangue è quindi un indicatore importante per la diagnosi di infarto miocardico. Gli esami per misurare la troponina sono molto sensibili e possono rilevare anche piccolissime quantità di questa proteina.
Valori leggermente sopra il limite possono indicare un danno minore al miocardio oppure altre condizioni cardiache non legate all’infarto, come l’infiammazione o l’insufficienza cardiaca.
Un innalzamento considerevole dei valori di troponina è fortemente indicativo di un infarto miocardico. Un tipo particolare di infarto, denominato infarto senza sopraslivellamento del tratto ST (NSTEMI), è diagnosticato principalmente su tale base.
È importante eseguire controlli seriati della troponina, in quanto l’andamento nel tempo dei valori può essere informativo circa l’estensione del danno e la risposta alla terapia.
Occorre sempre interpretare i livelli di troponina in combinazione con altri esami, come l’elettrocardiogramma (ECG) e i sintomi del paziente. Un approccio multidisciplinare è fondamentale per un corretto inquadramento clinico.
Importanza del Monitoraggio della Troponina nel Follow-up
Il monitoraggio dei livelli di troponina è cruciale nel follow-up dei pazienti che hanno subito un infarto. La troponina è una proteina rilasciata nel flusso sanguigno dopo un danno al tessuto cardiaco, diventando così un biomarcatore affidabile per l’identificazione di eventi cardiaci.
Seguire l’andamento della troponina permette di valutare la risposta al trattamento e di identificare possibili nuovi episodi ischemici. Variazioni significative dei livelli potrebbero indicare la necessità di ulteriori indagini diagnostiche.
Studi dimostrano che livelli elevati di troponina residui sono associati a una maggiore probabilità di eventi avversi cardiaci. Pertanto, monitorare questi livelli contribuisce a una stima più accurata della prognosi.
Il rilascio della troponina può essere continuo o intermittente, influenzando così il piano di follow-up. La frequenza dei controlli dipenderà dal quadro clinico e dall’andamento dei livelli enzimatici.
La rilevazione di troponina post-infarto ha guadagnato un ruolo decisivo nel decidere approcci terapeutici successivi. La valutazione periodica dei livelli di troponina consente di adattare le terapie e migliorare la qualità della vita del paziente a lungo termine.
Implicazioni prognostiche dei livelli di troponina post-infarto
I livelli di troponina sono dei marcatori clinici utilizzati per valutare danni al cuore. Dopo un infarto, la troponina, una proteina presente nel cuore, si rilascia nel sangue quando le cellule cardiache sono danneggiate.
Relazione fra livelli di troponina e gravità dell’infarto:
- Livelli più alti sono generalmente associati a un infarto più esteso.
- Picchi di troponina possono indicare l’entità del danno cardiaco.
Dati di Follow-up: Studi hanno dimostrato che i pazienti con livelli elevati di troponina possono avere un rischio più alto di:
- Eventi cardiaci successivi
- Mancato recupero della funzione cardiaca
Gestione a lungo termine: I pazienti con alti livelli di troponina possono richiedere:
- Monitoraggio più frequente
- Terapie più aggressive, come i farmaci per prevenire la formazione di coaguli
La valutazione dei livelli di troponina aiuta nella prognosi del paziente post-infarto. Questi dati dovrebbero guidare le decisioni cliniche future riguardo le cure e il monitoraggio.
Variazioni di troponina in condizioni non infartuali
La troponina è una proteina specifica del muscolo cardiaco che viene rilasciata nel sangue dopo un danno a livello delle fibre muscolari del cuore. Tradizionalmente associata all’infarto miocardico, la troponina può tuttavia aumentare anche in altre condizioni non legate a un attacco cardiaco.
Per esempio, l’insufficienza cardiaca può portare a un incremento dei livelli di troponina nel sangue a causa dello stress prolungato sul cuore. Anche l’infiammazione del muscolo cardiaco, nota come miocardite, può indurre un rilascio di troponina simile a quello osservato negli infarti, senza che ci sia un effettivo ostruzione delle arterie coronarie.
Condizioni non cardiache possono influenzare i livelli di troponina. Ad esempio, le malattie renali croniche possono causare un innalzamento dei suoi valori nel sangue. Altre condizioni come infarti cerebrali o gravi infezioni, come la sepsi, possono causare danno indiretto al muscolo cardiaco e quindi un aumento della troponina.
Malattie che possono causare variazioni della troponina:
- Insufficienza cardiaca
- Miocardite
- Malattie renali
- Infarti cerebrali
- Sepsis e altre infezioni gravi
L’interpretazione corretta dei valori di troponina, dunque, richiede un’attenta analisi del contesto clinico del paziente, e non deve basarsi unicamente sul dato laboratoristico.
Fattori che Possono Interferire con i Livelli di Troponina
Diversi elementi possono influenzare i livelli di troponina nel sangue, non sempre correlati a un infarto. È fondamentale essere consapevoli di questi fattori per interpretare correttamente i risultati dei test.
Malattie renali: I pazienti con insufficienza renale possono mostrare livelli elevati di troponina anche in assenza di un infarto. Questo accade perché i reni danneggiati eliminano la troponina dal sangue più lentamente.
Interventi chirurgici: Dopo operazioni, specialmente quelle cardiache, si può assistere a un incremento di troponina nel sangue. È una risposta normale del corpo allo stress chirurgico.
Farmaci: Alcuni farmaci possono alterare i livelli di troponina. Ad esempio, i chemioterapici possono danneggiare il cuore e incrementare i livelli di questo marcatore.
Esercizio fisico intenso: Atleti o persone che effettuano attività fisica intensa possono temporaneamente avere livelli più alti di troponina, che riflettono lo stress muscolare.
Infiammazioni e infezioni: Condizioni come la miocardite, cioè l’infiammazione del muscolo cardiaco, possono causare rialzi senza che vi sia un vero e proprio infarto.
I risultati dei test dovrebbero essere sempre valutati tenendo presente la storia clinica completa del paziente e altri esami. Districarsi tra queste variabili richiede competenze mediche e una comprensione attentiva delle condizioni individuali.
Riferimenti bibliografici
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