Cerotti transdermici di fentanyl: gli effetti cardiovascolari e gli attacchi cardiaci

Il fentanyl è un oppioide utilizzato per il trattamento del dolore severo, spesso somministrato attraverso cerotti transdermici (cerotti che, se usati correttamente, assicurano un rilascio costante della sostanza nell’organismo per un periodo di 72 ore).

Essendo il fentanyl un oppiaceo molto potente (50-100 volte più forte della morifina) sono sorti interrogativi riguardo alla sua sicurezza, in particolare per quanto riguarda il rischio di eventi cardiaci avversi.

Questo articolo esamina gli effetti del fentanyl transdermico sul sistema cardiaco e sugli effetti collaterali correlati, analizzando vari paper ed articoli che hanno studiato la questione.

Fentanyl in combinazione con propofol durante interventi chirurgici

Immagine: omniasalute.it

Uno studio ha analizzato gli effetti della somministrazione di fentanyl in combinazione con il propofol durante interventi chirurgici misurando i livelli di troponina I cardiaca, un indicatore sensibile di danno miocardico, trovando che non vi erano differenze significative nei livelli di troponina tra i gruppi che ricevevano fentanyl e quelli che non lo ricevevano, suggerendo che il fentanyl, in questo contesto, non aumentava il rischio di danno cardiaco (Dogan Erol & Ozen, 2007).

Studi comparativi sull’anestesia

In pazienti con sindrome coronarica acuta (una condizione che comprende vari disturbi cardiaci, di cui i più comuni sono l’angina instabile e l’infarto miocardico, con o senza elevazione del segmento S) il dolore toracico è il sintomo più comune e urgente che spesso richiede interventi rapidi e efficaci per la gestione del dolore. I

l fentanyl può essere una scelta iniziale allettante. Tuttavia, ci sono preoccupazioni riguardo alla sua interazione con i farmaci utilizzati per trattare l’sindrome: il fentanyl può influenzare l’efficacia dei trattamenti anti-piastrinici come il ticagrelor, essenziali per prevenire ulteriori complicazioni trombotiche.

Uno studio di Bouma et al. (2013) suggerisce che il fentanyl dovrebbe essere usato con cautela, soprattutto se i pazienti presentano sintomi di dolore toracico acuto. In questi casi infatti la morfina è spesso preferita a causa del suo profilo di sicurezza più lungo e della minore probabilità di interazione con gli agenti anti-piastrinici: la morfina, sebbene possa ritardare l’assorbimento di farmaci come il ticagrelor, non ha mostrato un impatto negativo significativo sulla loro efficacia, a differenza del fentanyl, che può compromettere l’efficacia di tali trattamenti a causa della sua potente azione e breve durata.

L’utilizzo di fentanyl aumenta il rischio di infarto?

Il fentanyl agisce sui recettori oppioidi centrali per alleviare il dolore, ma può anche influenzare il sistema cardiovascolare. Gli effetti indesiderati possono includere:

  • variazioni della pressione arteriosa,
  • riduzione della frequenza respiratoria
  • variazioni sulla frequenza cardiaca.

Questi effetti sono particolarmente significativi in pazienti con compromissione cardiaca preesistente.

Nonostante l’uso esteso del fentanyl nella gestione del dolore, le ricerche specifiche sull’associazione diretta tra fentanyl e aumento del rischio di infarto miocardico sono limitate e i risultati sono contrastanti.

Alcuni studi suggeriscono che il fentanyl può ridurre la tolleranza del cuore all’ischemia (la riduzione del flusso sanguigno verso i tessuti del cuore, in questo caso) che può precedere un infarto, soprattutto quando somministrato in dosi elevate o in pazienti con fattori di rischio cardiovascolare significativi.

Quindi, in sintesi…

Nonostante il fentanyl sia un analgesico efficace, il suo uso in pazienti con condizioni cardiache deve essere valutato con cautela. Non esiste un consenso chiaro sull’aumento diretto del rischio di infarto dovuto al fentanyl, ma è noto che può influenzare la funzione cardiovascolare. Pare evidente che, ad oggi, sono necessarie ulteriori ricerche per comprendere in modo più approfondito il legame tra fentanyl e rischi cardiaci.

Riferimenti Scientifici

  • Dogan Erol, D., & Ozen, I. (2007). Is general anesthesia a risk for myocardium? Effect of anesthesia on myocardial function as assessed by cardiac troponin-I in two different groups (isoflurane+N2O inhalation and propofol+fentanyl iv anesthesia). Vascular Health and Risk Management, 3(5), 755–758.
  • Bouma, M., Rutten, F. H., Wiersma, T., & Burgers, J. S. (2013). Herziene NHG-standaard ‘Acuut coronair syndroom’. Ned Tijdschr Geneeskd, 157, A6006.