Cardiofrequenzimetro: cos’è, cosa serve e come si usa

L’impiego dei cardiofrequenzimetri per poter rilevare il numero di battiti del cuore allo scopo di monitorare le prestazioni sportive risale ai primi anni ‘80 del secolo scorso. Allora gli strumenti utilizzati erano piuttosto grandi ed ingombranti. Oggi in commercio si possono trovare – a prezzi relativamente contenuti – numerose tipologie di cardiofrequenzimetri con pesi  – e prezzi – decisamente più bassi.

Un cardiofrequenzimetro è costituito in genere da,

  • un rilevatore di battiti cardiaci che ci permette di rilevare la nostra frequenza cardiaca, ovvero il numero di battiti del nostro cuore compie in un minuto. Solitamente si tratta di una fascia toracica da posizionare all’altezza del cuore. Esistono però anche delle fasce e sensori per il polso e per il braccio. I battiti misurati da questo rilevatore vengono inviati sotto forma di segnali elettromagnetici ad una unità ricevente;
  • l’unità ricevente li decodifica, li elabora, li gestisce, e ce li fa visualizzare. Alcuni dispositivi non hanno questa unità ricevente in quanto sfruttano altri accessori: i telefonini, a esempio.
  • un’applicazione web che permette di salvare, di stampare e di condividere eventualmente col nostro medico i dati raccolti.

I cardiofrequenzimetri li si possono trovare sotto le forme più varie: smartwatch, ECG portatili, sensori da interfacciare col telefonino, bracciali per il fitness, cardiofrequenzimetri da polso. Alcuni di questi dispositive fungono solo da cardiofrequenzimetri, ovvero misurano solo i battiti cardiaci, altri sono dotati di numerose funzioni aggiuntive: conta-passi, misurazione della velocità, altimetro, GPS, ecc…

La maggior parte dei cardiofrequenzimentri ci consentono addirittura di scaricare i dati sul computer, di elaborare dei grafici e di fare delle statistiche sull’andamento delle nostre prestazioni. .

I vantaggi del tener monitorata la propria frequenza cardiaca

Utilizzare un cardiofrequenzimetro può esserci utile per diversi svariati motivi:

  • ci può aiutare a tenere sotto controllo il nostro stress, mostrandoci quando (durante il giorno) la frequenza cardiaca si alza e quando si abbassa. In tal modo è possibile, col tempo, individuare quali sono i fattori che scatenano lo stress ed agire di conseguenza per combatterli.
  • Può rilevare il nostro livello generale di fitness: una frequenza cardiaca a riposo (più) bassa è generalmente segno di un buon allenamento cardiovascolare.
  • Può essere l’indicatore di una qualche malattia:  alcune metriche come la variabilità della frequenza cardiaca (Heart Rate Variability HRV) ed un’elevata frequenza cardiaca a riposo possono costituire dei segnali che il nostro corpo è afflitto da qualche malattia.
  • Può indicare l’esistenza di gravi condizioni si salute: i dispositivi portatili dotati di elettrocardiogramma (EGC) possono indicare la presenza di alcune condizioni patologiche come la fibrillazione atriale, l’apnea notturna e l’ipertensione.

Com’é composto, come funziona, e come utilizzare il cardiofrequenzimento

1. com’é composto, e come funziona

Come accenneto sopra, per quanto attiene all’hardware, un cardiofrequenzimetro è formato da una parte trasmittente e da una parte ricevente. Quest’ultima in genere normalmente è costituita da, un fitness tracker, un orologio da polso, uno smartwatch, un telefonino. Entrambi questi suoi componenti funzionano a batterie. A seconda dei modelli e degli utilizzi, l’autonomia della parte trasmittente si aggira tra le 2.000 e le 3.000 ore. La durata della batteria di quella ricevente è molto variabile, e può variare da un paio di ore a parecchi giorni a seconda del modello .

2. come utilizzarlo

Prima di posizionare sul corpo la parte trasmittente del cardiofrequenzimetro, è buona norma inumidire i suoi elettrodi, sia per farli aderire meglio alla pelle, sia per favorire la trasmissione dell’impulso elettromagnetico. L’ideale sarebbe utilizzare una soluzione salina. In mancanza, può andare bene anche un po’ di saliva.

Dal momento che questo trasmettitore si attiva grazie all’umidità, una volta terminato l’impiego del cardiofrequenzimentro, è consigliabile asciugare gli elettrodi molto bene dai residui di sudore in modo da evitare che il trasmettitore resti attivo anche quando non serve, e che quindi consumi inutilmente le batterie.

Il “vero” software di un cardiofrequenzimetro – quello in grado di ricevere e di elaborare gli impulsi trasmessi dall’altro elemento (la fascia toracica) – si trova nella parte ricevente. Nei modelli più economici e basilari, il software si limita a misurare la frequanza cardiaca. Ma ce ne sono anche di altri ben più strutturati, col cronometro, col contapassi, col conta-calorie-bruciate. Esistono addirittura alcuni braccialetti fitness che non ci consentono solo di calcolare tutti i parametri appena menzionati, ma che addirittura ci consentono di salvarli direttamente su di uno smartphone e su di un’applicazione web cloud dove una app può fare delle analisi e dei confronti.

Diversamente da chi pensa che si tratti di uno strumento utile solo agli sportivi di professione, il cardiofrequenzimetro é utile in realtà anche a chi pratica un’attività a livello amatoriale in maniera saltuaria. Serve infatti ad individuare lo sforzo che stiamo facendo, ed a calibrarlo in relazione alla nostra forma fisica: per non fare troppa o troppo poca fatica.

Affinché tutto ciò avvenga correttamente, occorre settare lo strumento tarandolo sulle nostre caratteristiche. Occorre per prima cosa impostare,

  • la propria frequenza cardiaca massima (solitamente la si calcola sottraendo da 220 la propria età, quindi ad esempio: un trentenne avrà 190 battiti al minuto come frequenza cardiaca massima  – FCmax),
  • e quella minima (quella del cuore a riposo).

In questo modo si potranno avere sott’occhio i parametri d’allenamento che ci servono, e poi via via si potranno verificare i miglioramenti ottenuti.